E’ avvenuto nella giornata di ieri, a Roma, un nuovo attacco degli ambientalisti ai danni del patrimonio artistico. Questa volta, le autrici del gesto, sono quattro giovani ambientaliste di “Ultima Generazione”. A divenire bersaglio del movimento ecologista, il dipinto di Van Gogh “Il seminatore al tramonto”, risalente al 1888, in esposizione a Roma, presso Palazzo Bonaparte.
La struttura, dallo scorso 8 ottobre, ospita infatti una mostra incentrata sull’artista Vincent Van Gogh, in occasione dei 170 anni dalla sua nascita, ospitando numerose opere provenienti dal museo Kröller-Müller di Otterlo. Secondo quanto si è appreso, le giovani autrici del gesto, dopo aver regolarmente pagato il biglietto d’ingresso alla mostra, si sarebbero avvicinate al celebre dipinto, per poi imbrattarlo con una zuppa di verdura e incollarsi alla parete con della colla, urlando slogan contro il cambiamento climatico.
I motivi del gesto
“Siamo in un momento storico in cui la siccità prolungata, le catastrofi e le alluvioni stanno distruggendo i nostri raccolti. – Ha spiegato una delle attiviste- Questo significa che il cibo verrà a mancare nelle nostre case. Sta già mancando adesso. Voi oggi siete arrabbiati perché abbiamo sporcato un vetro, che domani sarà pulito, ma tra qualche anno i vostri figli non potranno più mangiare. Dovremmo esplodere di rabbia perché rischiamo un futuro di morte, di guerre e fame. I governi sono consapevoli di questo. Voi dovreste arrabbiarvi per questo, non per questa stupidaggine, perché c’è un vetro che protegge un quadro. Se vogliamo proteggere l’arte, dobbiamo prima proteggere le nostre vite e il nostro futuro. “
Inoltre, nelle scorse ore, il gruppo ambientalista “Nuova Generazione” ha divulgato, in un post Twitter, una fotografia dell’opera imbrattata. “Oggi, zuppa di verdura sul “Seminatore” di Van Gogh – recita la didascalia del post – Agiamo per amore della vita, dunque per amore dell’arte! In un futuro dove faticheremo a trovare da mangiare per tutti, come possiamo pensare che l’arte sarà ancora tutelata?“
Attiviste rischiano da 2 a 5 anni
Fortunatamente il dipinto era munito di vetro protettivo, ma secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, la copertura e la cornice avrebbero riportato dei lievi danni. Se, durante gli accertamenti, dovessero essere riscontrati danni più seri, le attiviste, protagoniste del gesto, potrebbero essere accusate di “deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici“. Si tratta di un reato che prevede una condanna da due a cinque anni.
Ministro Sangiuliano: “Atto molto grave”
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo aver raggiunto personalmente Palazzo Bonaparte, ha commentato così l’accaduto: “Sono venuto qui per stigmatizzare che a mio avviso si è trattato di un atto molto grave. Siamo un paese democratico che disciplina e rende possibile ogni forma di protesta. Se si vuole protestare per l’ambiente ci sono tanti modi, ma non si può danneggiare un’opera d’arte importante. Ora la giustizia farà il suo corso. Per fortuna l’opera era protetta bene e mi riempie di gioia il fatto che non sia stata seriamente danneggiata. Dobbiamo impegnarci affinché queste cose non accadano soprattutto facendo capire ai giovani che non è questo il modo”.