Black Country New Road

I Black Country, New Road, saliti agli onori della cronaca con “For The First Time”, si trovano subito a dover fare i conti con le pressioni delle aspettative. Già, perché la loro ricerca musicale improntata sulla sperimentazione strumentale li ha inconsapevolmente esposti sotto i riflettori giganti del mercato musicale mondiale.

Non deludere le attese

Certo non si può dire che i Black Country, New Road abbiano disilluso i fans. Infatti, a pochi giorni dall’uscita, hanno ufficializzato l’uscita dal gruppo di Isaac Wood, voce, chitarra e principale autore della band. Le motivazioni addotte da Wood sono quelle legate al disagio per il successo raggiunto troppo in fretta. Una frustrazione che ha condizionato non pochi artisti nel loro percorso (ancora eclatante risuona quella che ha condotto Kurt Cobain al suicidio!).

Malgrado ciò, “Ants From Up There” mantiene le promesse della vigilia. Si rivela sorprendente nel rendere addomesticabile all’ascolto le spigolosità armoniche e la complessità delle note nella stesura dello spartito. Lavoro encomiabile, non c’è che dire, che trova le sue coordinate di riferimento nelle pulsazioni barocche alla King Crimson piuttosto che nella drammaturgia folk dei Van Der Graaf Generator.

Ants From Up There
Ants From Up There

I Brani

Un Intro di 54″ carico di vitalità apre il disco. “Chaos Space Marine” è stata presentata dallo stesso Wood come la più bella canzone mai scritta. Virtuosismi orchestrali, spezzati ritmicamente, aprono la mente a suggestioni di ogni tipo. Dopo la carezza di “Bread Song” parte la ballad sghemba “Good Will Hunting” che si adagia su un letto di placide dissonanze in “Haldern”. “Mark’s Theme” è un capolavoro compositivo di dinamiche. “The Place Where He Inserted The Blade” ritengo sia uno dei brani migliori del disco. Delicato e struggente, il lamento cantato da Isaac Wood viene supportato a dovere dal settetto londinese.

L’insostenibile leggerezza dell’essere

Probabilmente i Black Country, New Road non sortiscono l’effetto meraviglia del primo disco, ma è innegabile il prodigio musicale che viene fuori dalla loro instabilità artistica e umana. La stessa instabilità che li congeda momentaneamente al grande pubblico in attesa di ulteriori sviluppi.

Tracklist

  1. Intro
  2. Chaos Space Marine
  3. Concorde
  4. Bread Song
  5. Good Will Hunting
  6. Halders
  7. Mark’s Theme
  8. The Place Where He Inserted The Blade
  9. Snow Globes
  10. Basketball Shoes