Si celebrano oggi i cinquant’anni di uno dei capolavori assoluti della musica, un’opera che va ben al di là del rock. “The Dark Side of the Moon” era il titolo che Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason, al secolo i Pink Floyd, avevano in testa per quel nuovo progetto. Il disco cambiò le loro vite e segnò per sempre la storia della psichedechelia e del rock.

Nel tempo resta un perfetto mix di idee musicali, tecnologia, art design e di spirito visionario che ha saputo vincere la sfida con il tempo. La copertina è una delle più iconiche della storia del rock. Il raggio di luce bianca che, attraverso un prisma, con l’esclusione dell’indaco, si scompone nei suoi colori costituenti, rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola. Quella scomposizione che si ritrova in tutte le tematiche affrontate del disco così moderne e così attuali (potere, denaro, senso di smarrimento, follia).
Come tutti i capolavori che si rispettano, anche “The Dark Side of The Moon” ha una storia fatta di episodi imprevedibili e alcuni di questi legati al caso al punto di essere quasi mitologici.

GLI ANEDDOTI CHE LO HANNO FATTO ENTRARE NEL MITO
La leggendaria parte vocale di “The Great Gig In The Sky“ ha il suo debito nei confronti del caso e, anche a contenziosi legali. Clare Torry, una vocalist da studio di registrazione che all’epoca aveva 22 anni, registrò le sue tracce e dopo un paio di sessions fu liquidata con 60 sterline.
Solo a pubblicazione avvenuta si rese conto che il suo nome faceva parte dei credits dell’album. La vicenda è proseguita nei tribunali fino al 2005. Alla fine il giudice ha riconosciuto i mancati guadagni della Torry attribuendole il 50% della proprietà del brano e il 50% dei diritti rendendola milionaria.
“Us and Them” per esempio era stata scritta da Richard Wright per “Zabriskie Point” ma Antonioni la rifiutò. “Money”, con tutti quei rumori e clangori e suoni di registratori di cassa voluti da Waters e registrati in modo analogico, è uno dei 7/4 più celebri della storia del rock.
“The Dark Side of The Moon” dopo 50 anni mantiene intatta quell’aura speciale che porta la musica in un terreno che resta per molti ancora oggi inspiegabile e non facilmente narrabile. Un concept album senza singoli, una sintesi meravigliosa, perfetta e dagli effetti stupefacenti. Perché il primo marzo del 1973 da un disco in vinile è nato un disco che ancora oggi è proiettato nel futuro.