Little Simz avrebbe potuto essere una giornalista della BBC. Le sue canzoni hanno il tono di un pacato, ma arguto reportage televisivo.
Allegra e irriverente, è una via di mezzo tra una regina degli scacchi e una Top Boy. Ha il carisma e la versatilità di un‘attrice che non esita a interpretare ruoli che vanno dal comico al sentimentale.
La sua arma segreta?
È una persona che sa come esprimere le proprie emozioni. Parla in modo convincente, fa risuonare il cuore e arriva alla pancia. La tecnica non limita il suo talento innato nel creare canzoni toccanti che fanno ridere, piangere o arrabbiare. In “No Thank You”, il seguito dell‘eccellente album dello scorso anno “Sometimes I Might Be Introvert“, Simz offre nuovamente dieci canzoni che toccano tutte le emozioni.
LE CANZONI
In Gorilla, su una percussione e una linea di basso in loop, Simz dice: “Mi hanno tagliato con altre forbici dalla stessa stoffa dei miei amati antenati“. In Broken, forse la migliore canzone del disco, Little Simz è riflessiva. Con un coro in sottofondo, spiega di essere tormentata dal razzismo, che le fa perdere tempo, energie e forze.
“vivere nella tragedia, vivere nella confusione e nella sofferenza non dovrebbe essere normale”.
Ci ricorda che essere neri significa anche essere sempre arrabbiati. Mentre nella canzone No Mercy Simz abbassa i toni (sono un essere umano, non qualcuno da manipolare), in Matrix accusa la gente di volerla incastrare. In Heart on Fire spiega, con un esilarante gancio, che “la vita è una benedizione“. Il pezzo forte dell’album è la sentita Sideways, che è il suo manifesto più emotivo. Qui Simz si cala nei panni del guerriero dominante: “Cammino nella mia luce, la mia ombra mi protegge, non mi muovo mai di lato, faccio a modo mio“.
Ringraziamo Simz per l’audace originalità.