“Sogni virtuali” segna l’esordio del giovane Alèm ed è un album che punta sui contenuti e sulla libertà, tanto di pensiero quanto di sonorità. Un viaggio che tocca molti generi musicali, partendo dal rap, passando per il punk/rock, il reggae e il cantautorato. Nei testi l’artista pone la massima attenzione, che vanno controcorrente per le tematiche affrontate, soprattutto in generi come il pop o il rap.
«Solo vita comune, pertanto non troviamo stereotipi hollywoodiani, ma problemi di tutti i giorni sui quali cantare e ballare, per riuscire ad esorcizzarli. Nonostante la molto presente critica sociale, è un album che punta all’unione. Vuole essere una sveglia, una presa di coscienza e anche un caldo abbraccio verso la mia generazione e tutte quelle persone vittime di tempi capitalistici che annientano l’essere».Alèm
SOGNI VIRTUALI si chiama così in onore dei sogni, visti da Alèm come unico motore sano che muove l’essere umano al cambiamento. “Virtuali” perché ormai le nostre vite sono travisate dalla tecnologia e dalla rete. Ma anche virtuali in quanto inespressi, non compiuti e dimenticati nel cassetto di una vecchia scrivania.
Inoltre l’album gioca molto con le parole del titolo, come si può notare dai titoli delle tracce di intro e outro: Sogni virtuali – sogni, virtù, ali. I sogni sono virtù. Il sognatore non può essere visto come figura negativa o negligente verso la praticità del sociale. I sogni sono un’arma potentissima e come tutte le armi rappresentano per noi croce e delizia. Possono essere conquista o semplicemente baratro.
«Di sicuro in tempi bui come questi, cullati da guerre e odio reciproco, sognare è l’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare. Un sogno attivo, l’utopia di sperare in un domani migliore ma anche la forza di partire da noi stessi, attivandoci per cambiare le cose». Alèm