È partito questa mattina, alle 7:47 (l’1:47 in Florida) il razzo Space Launch System per la missione “Artemis I”.
In origine, la partenza era prevista per il 29 agosto scorso. Negli ultimi tre mesi, tuttavia, sono stati numerosi i problemi tecnici, costati alla missione NASA diversi rinvii. Dapprima, a costringere la NASA a posticipare la partenza, era stata una perdita di idrogeno al razzo Space Launch System. Le pessime condizioni meteorologiche avevano, invece, causato un secondo rinvio. Difatti, l’Uragano Ian, che nel mese di settembre ha colpito le coste della Florida, aveva costretto la Nasa a ritirare con urgenza il razzo dalla rampa di lancio del Kennedy Space Centre.
In seguito, l’Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche aveva informato che un nuovo tentativo si sarebbe svolto tra il 12 e il 27 novembre. Infatti, nelle scorse settimane, un comunicato aveva ufficializzato la data del 14 novembre. Tuttavia, il sopraggiungere della tempesta tropicale “Nicole” ha costretto la NASA a posticipare nuovamente il lancio, questa volta di soli due giorni. Solo questa mattina, dunque, il razzo SLS ha potuto lasciare la superficie terrestre.
In origine la partenza era stimata per le 7:07 (ora locale). Ma, poche ore prima del lancio, i tecnici Nasa sono stati costretti a rimandarlo di circa 40 minuti, per risolvere un malfunzionamento dei sistemi di terra legati ai controlli di sicurezza del razzo.
L’obiettivo della spedizione “Artemis” è di riportare l’uomo sulla luna
La spedizione rientra in un ampio progetto, articolato in tre fasi, con l’obiettivo principale di consentire nuovamente all’uomo il raggiungimento della superficie lunare. La spedizione “Artemis I”, prima delle tre fasi del progetto, consiste in un viaggio della durata di 42 giorni, privo di equipaggio umano. Durante l’itinerario, la navicella dovrebbe percorrere ben due orbite lunari, per poi fare ritorno sul pianeta Terra.
Ad “Artemis I” seguiranno, poi, le due fasi successive: “Artemis II” che prevede un viaggio analogo, ma caratterizzato anche dalla presenza di astronauti, seguito dall’ultima fase, “Artemis III”, che si propone l’obiettivo di compiere un nuovo allunaggio.
Il contributo dell’Unical
A contribuire significativamente al progetto anche l’Università della Calabria. In particolare, l’ateneo ha fornito il proprio contributo grazie alla collaborazione di Alfredo Garro e Alberto Falcone, rispettivamente professore associato di Ingegneria informatica del Dimes e ricercatore dello stesso ateneo.
Nella spedizione viene, infatti, utilizzato “Spacefom” (Space reference federation object model). Si tratta di uno standard di comunicazione che consente ai moduli diversi di una missione spaziale di comunicare tra loro.
Lo stesso professor Garro ha commentato: “Il progetto ha richiesto 5 anni di duro lavoro ed è utilizzato come standard di riferimento per simulare tutti gli elementi di missione, scelto dalla Nasa, che ha guidato il suo sviluppo.”
La partenza della missione “Artemis”
We are going.
For the first time, the @NASA_SLS rocket and @NASA_Orion fly together. #Artemis I begins a new chapter in human lunar exploration. pic.twitter.com/vmC64Qgft9
— NASA (@NASA) November 16, 2022