A vedere il Cosenza stroncare le ambizioni da primato del Benevento viene un po’ da mangiarsi le mani. Per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Per quello che si era intravisto nella prima parte di stagione e poi, per motivi ai più ignoti, si è smarrito.
Nulla di trascendentale, per carità. Quella di Bisoli, e di ei fu Zaffaroni – con Occhiuzzi non è stata né carne, né pesce – è una squadra che non strappa l’occhio agli esteti del calcio. (È uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo). Quando ha voglia e la condizione atletica lo consente, getta il cuore oltre l’ostacolo e porta a casa il risultato. Se, comandata a bacchetta e, controllata a vista, mantiene alto, altissimo, il livello della concentrazione, può dare fastidio anche alle compagini più forti.

Il Cosenza questo è: nulla a pretendere, nulla da pretendere. L’accettazione dei propri limiti è il primo passo per iniziare ad assumere un atteggiamento meno remissivo, ma propositivo quanto basta. Cosenza – Monza deve aver insegnato qualcosa. In molti, all’annuncio delle formazioni, ieri hanno esclamato: è il miglior undici possibile! Vero, la scelta effettivamente si è rivelata azzeccata. Non solo quella dei singoli, quanto soprattutto l’approccio con cui si è affrontata la gara.
La classe rossoblù non ha grandi mezzi. Oltretutto agli alunni non è stato dato il tempo di conoscersi e fare gruppo. C’è bisogno di un bravo insegnante, messo a lavorare in condizioni difficili: seduto su una sedia perennemente scricchiolante, di fronte ad una scrivania instabile. Gli educatori chiamati ad operare a Cosenza hanno il compito di forgiare il carattere, non di plasmare menti. Di fare tutto e in fretta, tempo non ce n’è e non ce ne sarà. (Più che una scuola è una naja). Lungimiranza e progettazione non sono argomenti all’ordine del giorno.
Se il maestro è bravo ad inculcare questi dettami, ad indottrinare gli studenti a svolgere il compito senza distrazioni allora la squadra, con società, città e tifoseria annesse, si salverà. Altrimenti verrà rimandata ad agosto puntando tutte le fiches sulle sventure altrui. Attendendole, spasmodicamente, come manna del cielo e nel frattempo sprecando tempo prezioso. Partendo in ritardo, ancora una volta. Meglio evitarlo, che dite?