Negli ultimi 180 minuti i rossoblù hanno tirato in porta una sola volta, realizzando un gol (su rigore) e subendone 5. Eppure di questi minuti ben 55 sono stati giocati anche in superiorità numerica. Statistiche impietose per il Cosenza di Davide Dionigi, reduce da due sconfitte consecutive: nel derby con la Reggina e nella sfida casalinga tutta a tinte rossoblù con il Genoa.
Battute d’arresto arrivate al termine di prestazioni deludenti, quasi sconfortanti considerando l’inconsistente, anzi quasi nulla, mole di gioco costruita. Da qui l’insoddisfazione evidente di buona parte della tifoseria rossoblù, già indispettita dopo le tre sberle ricevute al “Granillo“. In un naturale rapporto di causa effetto si fa largo, puntuale nei frequenti momenti no del Cosenza negli ultimi anni, il solito leitmotiv. “Non metterò più piede allo stadio“, declinato dai supporters meno accaniti, contrariamente da chi nel bene e nel male non fa mancare apporto e presenza.

Indispettito anche il presidente Guarascio. “L’umore di chi tiene alle sorti del Cosenza – si legge in una nota con il virgolettato del patron – oggi non può essere dei migliori“. Frasi come “a Ferrara vogliamo vedere un altro spirito, un Cosenza gagliardo e coraggioso” subodorano di ultimatum al tecnico.
Si è deciso in camera caritatis di non confermare Pierpaolo Bisoli e di affidarsi alle cure di Davide Dionigi. Questa scelta ha un significato ben preciso. Ovverosia quello di cambiare stile di gioco, non essere rinunciatari o catenacciari che dir si voglia. Bensì essere aggressivi, coraggiosi. L’obiettivo stagionale dichiarato per bocca del ds Roberto Gemmi è quello di “stupire“. Ovverosia offrire sul palcoscenico del “Marulla” uno spettacolo profondamente diverso rispetto a quello del recente passato.
Finora si è fallito, su entrambi i versanti.