E’ il calcio degli scudetti assegnati a mezza Italia da tifosi in pieno orgasmo da calciomercato e amichevoli precampionato. Quello dei giornalisti a caccia del sensazionalismo a tutti i costi. Pronti a sparare a zero su difficoltà di preparazione e work in progress da rinnovamento.

È il calcio dei fenomeni parastatali. Abbagli da fantacalcio che fanno 4 gol in due partite e 6 a fine stagione. Quello dei bolliti e ribolliti, esuberi da piazzare ovunque che a gennaio hanno già un posto da titolare e a giugno ringrazi il cielo non siano stati scaricati.

È il calcio imperfetto, quello di abbozzi, talora magnifici, che non saranno altro, quello di segnali non colti, nella speranza che in fondo sia ancora troppo presto. Che serve tempo per cementare il gruppo e oliare i meccanismi di uno schieramento fluido senza posizioni predefinite, della costruzione da dietro e del gegenpressing. Che poi a ottobre diventano difesa a 5, blocco basso e contropiede.

È il calcio d’agosto, quello del calciomercato infinito, quello dei giorni del condor di Gallianiana memoria che possono cambiare i destini di una squadra. Quello delle cessioni aspettate ma inaspettate. Di Ronaldo che ora lo cedono a Parigi, ora torna a Madrid, ora se lo tengono a Torino. Però è strano, e infatti domani lo presentano nella Manchester che non ti aspetti.

Thiago Motta, nuovo allenatore dello Spezia
Thiago Motta, nuovo allenatore dello Spezia

IL CALCIO DELLE SORPRESE NON SORPRESE

È il calcio di agosto dei grandi tecnici, che tornano in panchina dopo un giro di sosta o qualche esonero imprevisto. E la cosa un senso lo avrà, anche se ad agosto le loro squadre vanno di goleada. È il calcio di agosto degli esoneri già pronti (qualcuno ha già detto Thiago Motta e Castori?). Delle dimissioni in rampa di lancio, dei mugugni per le prime panchine inaspettate, dei rinforzi che arrivano domani e comunque c’è sempre il mercato degli svincolati.

È il calcio d’agosto delle ansie e dei sogni, delle paure e delle speranze, dei calciatori sconosciuti che hai già deciso saranno la sorpresa della stagione, salvo finire in prestito a Cipro a inizio gennaio. E’ il calcio dei poveri che giocano alla pari coi ricchi e dei ricchi che si illudono che bastino soldi e nomi per prendere a sberle quei poracci provinciali, invitati obtorto collo al loro stesso ristorante 3 stelle Michelin. È il calcio di agosto.

Poi arriva settembre, le spiagge si svuotano, le vacanze finiscono assieme alle inutili soste per le nazionali. E il campo inizia a raccontare le sue verità, quelle incontrovertibili. Parafrasando il Vate, non quello di Pescara, cui tra l’altro si deve quella toppa triangolare dai colori della bandiera italiana chiamata scudetto, ma quello di Guardia Piemontese, provincia di Cosenza, il 31 d’agosto c’è davvero un campionato che parte e un’estate che muore.

Antonio Bastanza