I papiri di Ercolano svelano il luogo di sepoltura di Platone
I papiri di Ercolano svelano il luogo di sepoltura di Platone

È stato individuato il luogo di sepoltura del filosofo Platone. A rivelarlo, il papirologo Graziano Ranocchia, dell’Università di Pisa. La scoperta è stata possibile grazie al progetto di ricerca “GreekSchools”, condotto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che si è occupato dello studio di dieci antichissimi papiri carbonizzati, rinvenuti ad Ercolano.

Il celebre sito fu colpito da una violenta eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C. Grazie all’ausilio di tecniche all’avanguardia, le antiche testimonianze sono state analizzate e studiate, riportando alla luce nuove informazioni sulla vita del celebre filosofo greco.

Tra le diverse informazioni venute alla luce, la più rilevante è sicuramente la scoperta del luogo di sepoltura di Platone. Fino ad ora, infatti, era noto, grazie ad altre fonti, che il pensatore fosse stato sepolto presso l’Accademia ateniese, da lui fondata. Non si conosceva, tuttavia, il punto esatto. Il filosofo, come informano le nuove fonti, “fu sepolto nel giardino di Platone, un’area privata destinata alla scuola platonica, dell’Accademia di Atene, vicino al cosiddetto Museion o sacello sacro alle Muse”.

Scoperta grazie all’ausilio di tecniche all’avanguardia

L’applicazione di tecniche di imaging all’avanguardia sta rivoluzionando il modo in cui possiamo recuperare e interpretare manoscritti antichi – ha spiegato Costanza Miliani del CNR-ISPc, sottolineando come la scoperta sia stata possibile grazie all’utilizzo di tecniche innovative. Le tecniche iper-tecnologiche, utilizzate dall’èquipe di fisici e chimici coinvolti, hanno permesso l’analisi di testi inediti e la decifrazione di circa 1000 nuove parole.

I papiri saranno consultabili digitalmente presso la Biblioteca Nazionale di Napoli

I papiri, a causa della loro fragilità, non potranno essere esposti al pubblico. Ciononostante, sarà possibile la loro riproduzione digitale, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli.

Abbiamo immagazzinato tutte le immagini ottenute con le varie tecniche in un dispositivo di storage e backup dislocato a Montelibretti, nella sede romana del CNR-Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale – ha spiegato il papirologo Graziano RanocchiaTra poche settimane esse saranno disponibili ad accesso aperto nel repositorio digitale della Biblioteca Nazionale di Napoli. Si tratta principalmente delle seguenti tipologie di immagini: fotografia tecnica a luce visibile, infrarossa e ultravioletta, fotogrammetria, immagini iperspettrali a luce infrarossa, immagini ottenute con microscopio digitale ad alta risoluzione e mappe di distribuzione dei metalli ottenute con macro-fluorescenza a raggi X”.

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