Se la gara che può decidere quanto vale la tua stagione è quella del torneo di quartiere. Se il giudizio su come hai condotto 9 mesi di partite è appeso allo scontro con gli odiati rivali per il meno prestigioso dei 3 trofei per i quali concorri, considerando la Supercoppa un divertissement buono solo per le statistiche con un appeal che rasenta lo zero (prova ne sia la volontà di riformarne il format puntando su una final four alla spagnola). Allora anche la finale di Coppa Italia diventa importante come una finale di Champions.
Che non fosse il finale di stagione che si aspettavano Allegri e Inzaghi è abbastanza evidente.
Il tecnico bianconero richiamato dal presidente Agnelli come salvatore della patria e restauratore dell’impero sabaudo dopo l’inaccettabile stagione “pirliana”, chiuderà in ogni caso con meno punti e meno gol fatti in campionato. Meno trofei vinti, lo stesso, mediocre, ruolino in Champions e con in più la netta sensazione di aver buttato alle ortiche uno scudetto che, incredibilmente vista la classifica a novembre nonostante una rosa non inferiore alle altre, anzi, poteva esser conteso fino alla fine.
Indipendentemente dalla partita di stasera quella della Juventus è stata una stagione men che mediocre per i risultati. Se possibile, e contrariamente a quanto affermato da Allegri, ancora peggiore per quanto riguarda la ricostruzione di una squadra rimasta sì orfana di un centravanti per l’improvvisa cessione di CR7 ma che, anche con l’inserimento del miglior attaccante dell’anno solare 2021, non ha mostrato di aver posto basi solide per l’annata a venire. Da salvare i piccoli miglioramenti sulla compattezza difensiva. Così come una palese e ritrovata unità d’intenti all’interno di una rosa lacerata dalla disparità di trattamento tra il gruppo e certe stelle della squadra.
L’INTER HA GIA’ SCONGIURATO LA STAGIONE DA “ZERU TITULI“
L’Inzaghi minore, da calciatore dato che da tecnico ha offuscato il Pippo Nazionale con stagioni eccellenti alla guida della Lazio, ha invece buttato alle ortiche un titolo che solo due mesi fa sembrava ampiamente e meritatamente alla portata dell’Inter campione uscente, malgrado una rosa ridimensionata dai sacrifici estivi. Questi Dumfries e Dzeko non valgono Hakimi e Lukaku. Soprattutto nei momenti decisivi della stagione il gap di esperienza e personalità tra Inzaghi e Conte si è dimostrato evidente.
Rimane accesa la fiammella, in verità molto flebile, della speranza per una rimonta sui cugini milanisti. Il campionato è stato condotto per lunghi tratti da protagonista. In Champions l’eliminazione dell’Inter contro il Liverpool finalista è stata molto più che dignitosa. Ma dai campioni uscenti e in una Serie A che definire mediocre è dir poco ci si doveva aspettare decisamente di più. La vittoria in Supercoppa Italiana consente già di potersi vantare di non chiudere la stagione con gli “zero Tituli” di Mourinhana memoria. Ma è veramente pochissima cosa.
La Coppa Italia di stasera sarà quindi, con buona probabilità e a meno di un harakiri rossonero, una sorta di premio di consolazione per entrambe. Già per molti aspetti Juventus e Inter infatti sono ormai indirizzate verso una stagione, quella a venire, che risulterà problematica per il Mondiale d’inverno made in Qatar.
D’altronde, come dice Allegri “La Coppa Italia se la vinci non conta niente, se la perdi hai fallito“. E mai come stavolta, per entrambe potrebbe esser proprio così.