Non sarebbe corretto dire che Giuseppe Statella a Cosenza ha lasciato un pezzo di cuore. Semplicemente perché è impiantato qui, per intero: “Questa città mi ha dato davvero tutto: una moglie e una figlia. Vivo qui da tanti anni, sono un cosentino d’adozione ormai“.
L’ex esterno a tutta fascia, 118 presenze e 20 gol in maglia rossoblù, è intervenuto ieri sera nel corso della quarantaduesima puntata di “Pianeta Cosenza“ (clicca qui per guardarla). Ha parlato della gara decisiva di venerdì che vedrà i lupi ospitare il Cittadella in un “Marulla” che si preannuncia infuocato: “Per scaramanzia non verrò allo stadio, nelle ultime partite è andata bene e non c’ero. Venerdì sarà una bolgia. Il pubblico di Cosenza sarà il dodicesimo uomo in campo. Quando i tifosi sono stati chiamati a raccolta hanno sempre risposto presente“.
Si apre il libro dei ricordi sulla stagione 2016/2017, quella più prolifica per Beppe “Turbo“: “Quell’anno con Roselli prima e De Angelis poi fu meraviglioso. Anche a livello personale, 14 gol (12 in campionato, 1 in Coppa Italia e 1 ai playoff) è tuttora il mio record stagionale“. La rete più bella? Ci pensa su e risponde: “Credo sia stata quella realizzata allo “Zaccheria” di Foggia (gara persa 3-1 dal Cosenza)”.
Si torna al presente. Statella dimostra di essere un attento osservatore del mondo Cosenza e confessa di essere rimasto “Impressionato da Larrivey, non pensavo potesse essere ancora così decisivo. La velocità di Caso è devastante, sta facendo un gran campionato. Dispiace davvero vedere il Cosenza doversi giocarsi la salvezza all’ultima giornata. A mio avviso riuscirà a raggiungere i playout, ma immaginare con chi li disputerà è difficile. La mia speranza è dover affrontare il Vicenza, così da poter giocare con due risultati su tre e affrontare la gara di ritorno di fronte al pubblico amico“. Ora l’ex numero 11 dei lupi parla da tifoso: “L’importante è credere in noi stessi e dico noi perché mi sento un lupo a tutti gli effetti“.
Infine un rimpianto: “L’unico dispiacere che ho nella mia carriera è non aver giocato con il Cosenza in Serie B. Avrei potuto condividere questa gioia con alcuni miei compagni dell’epoca che erano e sono anche degli amici“. E un boccone amaro, che sembra non aver digerito del tutto: “Pochi mesi prima di andare via avevo già l’accordo con il Benevento ma alla fine non se ne fece più nulla. Alcuni rapporti da quel momento in poi si incrinarono. Ci rimasi male perché pensavo di meritare maggiore rispetto“.