Descrivere Massimo Garritano come un virtuoso della chitarra è sicuramente riduttivo. Definirlo un chitarrista jazz lo è ancor di più. L’artista cosentino è un battitore libero, un Freefolk (parafrasando il suo ultimo disco), free rock, free pop, per istinto, creatività e genialità.
Il concerto andato in scena ieri nasce da una bellissima storia di amicizia. Ne sono gli artefici Padre Max Granieri rettore del Santuario della Madonna della Catena sito in Laurignano (Cs), il giornalista Gianluca Veltri e ovviamente Massimo Garritano.
LA GENESI DELL’IDEA DEL CONCERTO IN CATTEDRALE
L’idea di questo concerto nasce nel periodo più buio per i rapporti umani, ossia il primo lockdown targato 2020. Padre Max Granieri rimane incantato dalle dirette live che Massimo Garritano tiene sul suo profilo Facebook. Tutto parte da qui, da questi concerti acustici di circa 30-35 minuti che volevano comunque in un mondo chiuso in sé stesso cercare di aprire nuovi orizzonti di comunicazione attraverso l’arte. La musica è sicuramente la forma d’arte che più si lega con la sacralità e con la religiosità o più laicamente con la spiritualità. Grazie anche a Gianluca Veltri questa idea è divenuta realtà e sin dalle prime note si è colto un qualcosa che va al di là del semplice concerto.
IL CONCERTO
Per descrivere la serata bisogna rifarsi alle parole con cui l’amico e giornalista Gianluca Veltri ha presentato il concerto: “Massimo è abile a far indossare alla sua musica il vestito della cornice che lo circonda. E così le sperimentazioni elettroniche lasciano lo spazio alla chiave acustica delle composizioni che si spogliano per consegnarsi nude come un’anima davanti ad un’entità superiore“.
Massimo Garritano appare sin dalle prime battute visibilmente emozionato. Nonostante le molteplici esperienze live si capisce che questo concerto è un evento unico, particolare, intimo. E’ un percorso di vita. Da laico o da cattolico credente si entra in chiesa con lo spirito della ricerca della curiosità, della voglia di scoprire e di scoprirsi. Da qui questa serata si trasforma in un percorso.
Mood e spiritualità si sposano con la musica di Massimo Garritano, sospesa tra contaminazioni e sperimentazioni, tra pezzi lenti e veloci (John Fahey su tutti). Caratterizzati dalla ricerca, dalla voglia di regalare quella gioia, quell’emozione che la magia della musica non tradisce mai.
ATTESE NON DISATTESE
Partendo dalla rilettura di “A change is gonna come” di Sam Cooke, “Amazing Grace (trad.)“, per poi scorrere con i brani tratti dagli album “Present” e “Freefolk“, il pubblico in religioso silenzio respira quell’arte che la musica riesce a trasportare nell’aria avvicinando la spiritualità e la sacralità fino renderla quasi qualcosa di reale e tangibile. Le attese di questo concerto non restano disattese, parafrasando uno dei brani inediti di Massimo Garritano, che ci prende per mano e ci trasporta in meandri sconosciuti per cullarci tutti fino al bis finale sulle note del maestro Ennio Morricone nella colonna sonora di Once upon a time in America, degna conclusione di una serata magica ed unica.
La scaletta del concerto
– A change is gonna come (Sam Cooke) / Amazing Grace (trad.)
– Goodbye
– Pitagora
– Una danza nuova
– Joe Zangara
– Creuza de ma (De Andrè)
– Attese disattese
– Bottle cup blues
– John Fahey
– Night Moon
– Bis: Once upon a time in America (Morricone)