Cinque partite. Di queste tre vittorie, che con un pizzico di attenzione in più avrebbero potuto essere quattro, e due pareggi. Appena un mese e sul volto del Cosenza, inteso come squadra e tifosi, è ritornato il sorriso.
Non stupisce né meraviglia chi, anche nel periodo buio, riusciva comunque a rimanere obiettivo e distaccato, come richiesto dalla deontologia professionale degli addetti ai lavori. Utile a riconoscere lucidamente che non si trattava di un gruppo allo sbando. Nessun obiettivo è stato ancora raggiunto, certo. Al termine del primo campionato di Serie B vissuto senza troppi patemi d’animo da 5 anni a questa parte, mancano ancora la bellezza di 13 partite.

I meriti della risalita in classifica, così come accade per i demeriti quando le cose non girano, vanno divisi equamente. Tra la società, nella persona del presidente Guarascio (sì, a Cesare va dato quel che è di Cesare), testardo e coriaceo quanto è servito a mantenere Caserta in panchina. Scelta, a conti fatti, rivelatasi azzeccata. Al direttore sportivo Roberto Gemmi, bravo a condurre un mercato oculato.
Gianluca Frabotta non è così scarso come lo disegnavano alcuni operatori baresi nel campo dell’informazione. I quali, incuranti di giudizi affrettati o brutte figure, si spingevano a definire la Serie B un lusso per l’esterno di proprietà della Juventus. Altri, di natali bruzi, attribuivano al povero Bright Gyamfi l’impersonificazione della presa in giro del Ds nei confronti dei tifosi rossoblù. (Verba volant, screenshots manent).
In ultimo, non in ordine di importanza, complimenti a Fabio Caserta. Segno di grande intelligenza fare tesoro degli errori e tornare sui propri passi. Dulcis in fundo Gennaro Tutino, prossimo alle 100 in rossoblù. Utilizzati ormai tutti gli aggettivi possibili sulle gesta del numero 9, autore di 8 delle ultime 11 reti realizzate dal Cosenza. Basti dire che dai tempi di Gigi Marulla, nessuno era riuscito a rinverdirne i fasti in maniera così entusiasticamente convincente.
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