
L’incredulità di vederlo si è trasformata in stupore. E’ tutto vero: il presidente (onorario) Eugenio Guarascio si è palesato davvero all’assemblea pubblica organizzata al Cinema San Nicola per ribadire la ferma volontà, da parte dei tifosi ed istituzioni, che si preferirebbe che il Cosenza Calcio passi in altre mani. Un confronto, storico, che lascia, tuttavia, più domande che risposte. L’unica certezza, ribadita più volte, è che la società è in vendita. Ma questo già era stato detto.
Guarascio, in abito elegante, cravatta blu e calzini rossi, ha ascoltato in silenzio l’intervento iniziale di Pietro Garritano, anima della Curva Nord, che ha elencato con eleganza e fermezza tutte le nefandezze compiute negli anni (le più importanti, perché altrimenti sarebbe durata tutta la serata). “Vogliamo una società che ci rispetti”, ha ribadito. Guarascio prova a giustificare qualcosa, sulla questione F24, penalizzazione e pignoramenti. Poi finisce, come sempre, col tergiversare: “Abbiamo pagato in ritardo, è vero, ma la Lega non tollera neanche un minuto… sul pignoramento non posso fare nomi”.

Poco male, la questione più spinosa riguarda la cessione. Guarascio, riferendosi a Citrigno, ribadisce: “Voleva il 50%”. Ecco, allora, che l’imprenditore cosentino ribatte, con tanto di Pec cartacea: “Non ho offerto il 50%, ma il 100% delle quote. Dieci milioni, meno i debiti, con clausole chiare: +5 milioni se si va in A, -5 se si scende in C. La proposta è qui, inviata alla tua Pec un anno fa”.
L’INTERVENTO DI PIETRO GIGLIOTTI
Interviene, in collegamento video, anche Pietro Gigliotti, avvocato cosentino che rappresenta una cordata umbra. Svela che la trattativa era ben avviata, con tanto di diligence e controproposta da parte di Guarascio. Tra tanti tentennamenti, quest’ultima viene svelata: “Cinque milioni, più accollo dei debiti. Una cifra fuori da ogni logica, basata sui numeri di Transfermarkt.”
Interviene anche il primo cittadino, Franz Caruso. Il sindaco chiede quanto vale la società e di dare delle tempistiche. Nulla. Le risposte non arrivano. Solo giustificazioni a trattative (ce ne sono altre due), che non sono mai andate avanti perché questa società ha trovato sempre scuse. “E’ stato violato il patto di riservatezza”, si dice. Quasi come a volerlo fare apposta, allora. “Chiedo a Citrigno di formulare una nuova proposta”, ma l’imprenditore vuole i bilanci. Vuole garanzie, giustamente. “Prima l’offerta”, si ribadisce. E allora non se ne esce più.
L’aria si scalda, la rabbia aumenta. Citrigno ha fissato delle date perché lui e i suoi soci vogliono agire subito per riportare la squadra in Serie B. Guarascio se ne va tra i fischi e i cori che si riversano su di lui. Non si è arrivati a nulla di nuovo. O forse si. La città ha ribadito: “Te ne devi andare”.
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