Cosenza all'erta (foto Francesco Farina)
Cosenza all'erta (foto Francesco Farina)

Le antenne devono rimanere dritte. Per pretendere un cambiamento, necessario, inevitabile per un prosieguo dignitoso della storia del Cosenza Calcio.

Non è l’annuncio di trattative in corso per la cessione del club o le volontà manifestate in tal senso che possono far calare l’attenzione o calmare una piazza giustamente disamorata e indignata. Non sono tre punti, belli, bellissimi, seppur sporchi, che cambiano il giudizio sull’operato ampiamente insufficiente della società. Del resto, l’ultima posizione in classifica è frutto delle inadempienze societarie, senza le quali oggi la squadra di Alvini sarebbe ad un tiro di schioppo dalla salvezza diretta.

L’inzuccata dell’insospettabile Hristov infonde una ventata di ottimismo ad un ambiente depresso che ne aveva tremendamente bisogno. Simbolico il gesto compiuto dalla squadra che corre, dopo il gol, ad abbracciare il tecnico Alvini, di fatto sfiduciato dalla proprietà. Segno che lo spogliatoio segue ancora il mister? Non vuol dir nulla in realtà. Basti ricordare i pubblici messaggi di affetto inviati dai calciatori lo scorso anno a Fabio Caserta dopo l’esonero. Poi quell’organico si compattò ancor di più sotto la guida di Viali, regalando un gran finale di stagione.

Merita un passaggio il flop delle iniziative, tardive e a tutti gli effetti inutili, del mini abbonamento e della sostanziale riduzione dei prezzi dei biglietti per Cosenza-Carrarese. Esito scontato e prevedibile per chi vive su questo mondo. Non per chi le invoca ed evidentemente vuole continuare a distorcere la realtà di una frattura ormai insanabile con il popolo rossoblù. Neanche di fronte ad un’altra, auspicata, sperata e inseguita da tutti, salvezza miracolosa.

Il nostro tempo non assomiglia al vostro” (CCCP – Fedeli alla linea)

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