I tifosi del Cosenza al Viviani di Potenza nel match con il Sorrento
I tifosi del Cosenza al Viviani di Potenza nel match con il Sorrento

Quando il Cosenza vince, e convince, sovvertendo lo scetticismo iniziale, è indiscutibilmente una buona notizia. Gioiscono i tifosi, seppur lontani dalla proprietà e dallo stadio; gioisce tutto l’ambiente e perché no, anche i giornalisti, magari silenziosamente, per garantire il distacco professionale d’ufficio in questi casi.

E’ bene chiarirlo. Perché i risultati positivi ottenuti prima della flessione delle ultime giornate, avevano ridato fiato alle farneticanti tesi degli indomiti sostenitori della società. Per fortuna una sparuta minoranza ormai. Convinta che i successi del Cosenza arrechino dolore in chi non vuole più sentir parlare della gestione Guarascio. Discorsi da far accapponare la pelle.

Gli stessi, ormai riappropriatisi della propria lingua (con doppio senso voluto e consapevole), hanno continuato a muoverla anche dopo le ultime due gare. Il tonfo inaspettato con l’Atalanta U23, avversario modesto e rabberciato preso sotto gamba. Seguito dal mezzo passo falso con il Sorrento. Nell’occhio del ciclone sono così finiti subito Buscè e la squadra, alcuni singoli in particolar modo più di altri.

Aridaje con lo stesso copione, con la stessa tiritera. E le colpe abilmente scaricate sui soliti interpreti: allenatore, ds di turno o staff, e giocatori. Con il solito intento di deviare le responsabilità dagli unici che da anni combinano una serie inenarrabile di macelli: il presidente “onorario” Guarascio e i suoi più stretti e fedeli collaboratori.

Sì, proprio gli stessi prodi giocatori, ora diventati rapidamente dei brocchi, che andavano sostenuti dai tifosi, rei di averli lasciati soli. Ebbene sì, perché vedrete che anche quella che è la stragrande maggioranza della tifoseria, visto che al “Marulla” sono rimasti in 700 (da comprendere e rispettare, profondamente), sarà da mettere sul banco degli imputati. Soprattutto se, come ogni stramaledetta stagione, il rendimento del Cosenza calerà col passare delle giornate.

Se mai ci sarà un 25 aprile, una liberazione, che lo sia anche da questa gente. Da chi vorrebbe che le polemiche vengano rinviate a fine stagione. (Ancora con questa barzelletta??!!) Da chi invita ad essere ottimisti. (Su quali basi??) Non da chi, invece, può camminare a testa altissima. Quegli indefessi aficionados che dall’inizio di questo campionato macinano chilometri negli stadi di Serie C con unico scopo: onorare il nome del Cosenza calcio. Quello disonorato dai soliti noti.

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