E’ di ieri la notizia che, a Genova, un capotreno è stato accoltellato all’addome a seguito della richiesta di esibizione dei titoli di viaggio. Una lama di un coltello, presumibilmente lunga 10 cm, incapace di colpire gli organi vitali solo per una fortunatissima successione degli eventi. Il colpevole è un 21enne di origini egiziane in compagnia di una ragazza anch’essa coinvolta nell’episodio. Sono stati subito individuati dalla Polfer. La vittima dell’aggressione è un 44enne in servizio a Genova sul regionale Brignole-Busella.
Il capotreno, soccorso immediatamente da alcuni passanti in stazione, è ricoverato in codice rosso, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Le reazioni
Immediata la reazione dei sindacati che hanno presentato istanza di sciopero per oggi, 5 novembre, dalle ore 09:00 alle ore 17:00. “E’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Quello di Genova è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi lesivi per il personale mobile. Ad oggi non è tangibile alcun intervento a tutela del personale e neanche un maggiore controllo dei treni da parte delle forze dell’ordine”, espongono Filt CGIL, Filt CISL, Uiltrasporti, UGL Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa Trasporti.
Una nota non molto chiara quella dei sindacati, che ci abitua a toni decisi ma raramente propositivi. Dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministro Matteo Salvini sottolinea che il Ministero sia all’opera da tempo per contribuire alla sicurezza dell’Italia, facendo riferimento “all’estensione del servizio di FS Security”. Contrariamente alla solita e inerme politica, infatti, stavolta una risposta da parte delle istituzioni sembra esserci.
I provvedimenti
Il 12 gennaio 2024, è stata potenziata la FS Security (reparto di vigilanza e sicurezza del Gruppo Ferrovie dello Stato), disponibile su 13 linee nei punti più critici d’Italia. Partita in via sperimentale, a novembre 2023, su 4 linee in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Campania, allontanando 27.700 persone ed elevando 160 sanzioni. A luglio 2024, le commissioni parlamentari Affari Costituzionali e Giustizia, congiuntamente, hanno dato il nulla osta all’emendamento della Lega circa l’introduzione di un’aggravante per i reati commessi all’interno dei treni o nelle aree limitrofe/interne a stazioni ferroviarie e metropolitane.
Il commento
Se l’aggravante leghista sia pur giuridicamente discutibile (il portafogli rubato in stazione rileverà di più rispetto a quello sottratto in bar. Il diritto, specie quello penale, non può permettere discrepanze tali), dall’altro lato dimostra come la politica, forse, si sia risvegliata da un sonno ormai pluridecennale. E la politica, fino a prova contraria, non può produrre sviluppo se non vi è confronto. Allo stato attuale, ci si trova – si perdoni il gioco di parole – proprio su due binari differenti e non comunicanti: da un lato un fatto di cronaca gravissimo; dall’altro la proclamazione di uno sciopero simile ad un atto politico che sindacale a tutela dei diritti.
Se è certa la presenza di fenomeni di criminalità e violenza sui treni, è anche vera la constatazione per la quale sia impossibile dotare ogni mezzo pubblico di una coppia di poliziotti pronti all’intervento (il Ministero dell’Interno registra carenza di organico e di risorse economiche, leggere qui). La politica è demandata alla risoluzione dei problemi, ma ciascun sindacato ha il compito di coadiuvare la risoluzione di quest’ultimi, proprio per la sua rappresentatività e conoscenza di settore. E spulciando nei maggiori canali di comunicazione delle sigle sopracitate, poco emerge se non un generale – e legittimo – stato di preoccupazione e dissenso.
A questo punto, lo sciopero di oggi ha motivo d’esserci? Perché non insegnare, ad esempio, ai capotreno le fondamentali tecniche di autodifesa? Sono dei pubblici ufficiali che, durante l’esercizio delle loro funzioni, risultano esposti a rischi, così come carabinieri e poliziotti che, difatti, ricevono insegnamenti difensivi durante il periodo di formazione professionale.
Chi vivrà vedrà, nel mentre un augurio di pronta guarigione al capotreno.
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