Nel gennaio del 2024 ha iniziato a farsi strada a Cosenza una nuova casa editrice: Vintura Edizioni. Una realtà giovane anche per l’età anagrafica di chi l’ha fondata e la gestisce. Vincenzo Di Giorgio, editore nonché autore lui stesso, è un classe 1996, supportato da Alessandra De Vita, classe 1995. In questi 12 mesi di vita la casa editrice ha al suo attivo ben 21 libri pubblicati e veicolati con entusiasmo, anche grazie a partecipate presentazioni che hanno visto editori e autori impegnati non solo sul territorio calabrese. Un compleanno è un traguardo che merita un bilancio, e Vincenzo Di Giorgio non si sottrae a questa consuetudine.
Innanzitutto, l’editore traccia un bilancio del primo anno di Vintura Edizioni. “Di certo non è stato facile, perché abbiamo deciso di fare editoria in un certo modo, non a pagamento. Quindi, chiunque abbia pubblicato con Vintura Edizioni non ha versato un euro. Siamo andati a creare in questo primo anno un catalogo che io penso sia di assoluto valore e anche le vendite hanno ripagato il nostro impegno, perché l’anno si è concluso bene. I lettori ci hanno voluto dare fiducia. – riconosce Di Giorgio – Abbiamo affrontato molti temi difficili come l’emigrazione calabrese verso l’America o la situazione attuale del turismo in Calabria, uno dei temi caldi della nostra regione. Abbiamo dato spazio a tantissime nuove voci. Infatti il 2025 si è aperto in continuità con l’anno precedente, con la presentazione del romanzo breve La morte dei giovani, di Raffaele Panebianco, autore classe 2001.”
Cosenza città viva dal punto di vista letterario
Secondo qualcuno quella di aprire una casa editrice a Cosenza potrebbe risultare quasi folle. Di Giorgio però è convinto della bontà della sua iniziativa imprenditoriale. “Una scelta folle supportata però dai fatti. Io penso che per farlo non ci fosse un territorio migliore di quello di Cosenza per fare editoria. Lo dimostrano le tante case editrici presenti, tra le quali Pellegrini (casa editrice storica di Cosenza) o Edizioni Erranti di Emilio Pellegrino. Parliamo di valide realtà editoriali che fanno vanto della loro territorialità per portare ai lettori dei libri di qualità. Noi ci siamo andati a innestare in questa situazione editoriale difficile in quanto satura, ma pensiamo che ci possa essere sempre spazio per le idee valide. Quello che io ho voluto perseguire con la creazione della mia casa editrice è la comunicazione ai lettori della mia idea di impresa ed editoria, che è un’idea rivolta principalmente a loro.”
L’editore si sofferma anche sulla realtà delle librerie sul nostro territorio. C’è anche da considerare che Cosenza è una delle poche città calabresi e, io azzardo a dire, anche del Sud, capace di mantenere all’attivo sei librerie (considerando anche l’immediato hinterland, ndr), una cosa veramente impensabile in altre realtà simili. Essere in grado di mantenere aperte sei librerie è un sintomo evidente che da noi i lettori ci sono, a differenza di quanto si vuole dire. Spesso si dice che che non si legge più. Io penso invece che questa sia una contraddizione perché è dimostrato il fatto che all’aumentare dell’alfabetizzazione aumentano i lettori, e io penso che non ci siano mai stati così tanti lettori come in questo momento.”
Le motivazioni che portano un editore a pubblicare un libro
Di Giorgio prosegue spiegando quale sia la spinta che porta un editore a pubblicare o meno un libro che viene sottoposto alla sua attenzione. “Sicuramente un libro deve essere valido. Noi di Vintura, per il momento, abbiamo deciso di non specializzarci. Tanti editori decidono di scegliere degli argomenti e basano tutto il loro catalogo su di essi. Io penso che settorializzare una piccola casa editrice non sia una scelta corretta, quantomeno all’inizio. In questo preciso momento storico – prosegue l’editore – siamo alla ricerca di voci valide che abbiano delle storie da raccontare. Non importa se siano manoscritti relativi a saggi, narrativa o silloge poetiche. L’importante è che i libri abbiano una propria anima e che possano dare al lettore quello che Vintura Edizioni vuole comunicare.”
Sempre secondo Vincenzo Di Giorgio: “Dire no a un manoscritto è difficilissimo, perché quando lo si fa si dice no all’impegno di una persona che ha passato tanto tempo da solo in una stanza a impegnarsi affinché le sue parole potessero figurare all’interno di un foglio. Ciò che bisogna sempre tenere in considerazione, però, è che quando si riceve un rifiuto non è mai alla persona ma a un manoscritto che può essere migliorato. Un manoscritto rifiutato in un primo momento può essere in seguito ripreso e rimodulato, magari anche dopo aver chiesto una motivazione del rifiuto alla casa editrice, e rientrare nei canoni richiesti.”
Aggiunge Di Giorgio: “Con ogni probabilità c’è qualche NO che avrei potuto riconsiderare. Però, guardando alla realtà dei fatti, bisogna anche riconoscere che non si può fare tutto e subito. Volendo avrei potuto pubblicare 30 libri quest’anno ma ho scelto di non farlo per mantenere una certa qualità a livello di scrittura e pubblicazioni. Sicuramente avrei potuto pubblicare qualche libro di successo a cui ho scelto di dire di no per far si che i libri ai quali ho deciso di dare spazio in precedenza potessero raggiungere il mercato nella loro forma migliore possibile.”
Soddisfazioni e rimpianti del primo anno di Vintura Edizioni
Il bilancio continua con i momenti positivi e quelli più difficili di questo primo anno. “Non so se si possa definire un rimpianto, ma ovviamente mi sono scontrato con le aspettative. Io sono partito con determinate aspettative che volevano fin da subito spaccare il mondo, vendere tantissimi libri. Poi, quando una persona si scontra con la realtà dei fatti si rende conto che, pur essendoci tanti lettori come detto prima, vendere dei libri non è una cosa così semplice. Quindi mi sono scontrato col mercato. Il momento più difficile quindi non è un rimpianto ma una presa di coscienza ed è stato lo scontro con il mercato, soprattutto per il mio modello di business che è quello di un’editoria non a pagamento.”

“Per quanto riguarda il momento più felice della casa editrice” – prosegue l’editore – sono andato a Crotone con Giovanna Alma Ripolo, autrice di Pezzi di Vintura Edizioni, a riempire di libri il Museo dei Giardini di Pitagora. In quell’occasione vi erano molte persone che hanno dimostrato interesse e affetto nei confronti della casa editrice. Inoltre, grazie all’impegno di Giovanna Alma Ripolo, ho potuto inserire all’interno di Pezzi una prefazione di Vins Gallico, uno scrittore importantissimo nel nostro panorama letterario, candidato anche al Premio Strega. Quindi penso che una soddisfazione come questa pochi editori possano averla al loro attivo.”
Il futuro di Vintura Edizioni
Vincenzo Di Giorgio conclude questo excursus sul primo anno di Vintura Edizioni elencando alcuni propositi per il futuro della sua casa editrice: “Sicuramente pubblicare altri classici che hanno rappresentato un grande successo per Vintura Edizioni. Con la collana Le lapidi abbiamo ripubblicato un libro di Nicola Misasi, Marito e sacerdote, uno dei più venduti della casa editrice. Inoltre, abbiamo ripubblicato Il mio primo amore di Vincenzo Padula e Il Polacco di Mary Shelley e Claire Clairmont, a cura di Miriam Chiaromonte. Lei è una traduttrice che siamo felicissimi di avere con noi e con la quale pubblicheremo ancora in seguito. In definitiva, in futuro vogliamo continuare su questa linea e fare ancora di più rispetto a quello che abbiamo fatto quest’anno.”
Il successo di un’attività imprenditoriale nel nostro territorio deve essere sempre salutato con favore, specialmente se ad opera di volenterosi e competenti Under 30. A maggior ragione se si tratta di qualcosa che ha a che fare con la cultura, ambito spesso bistrattato e messo in secondo piano. Nella sua postfazione all’ultima uscita di Vintura, La morte dei giovani di Raffaele Panebianco, Di Giorgio esordisce con una provocazione: “Scrivere è perfettamente inutile, una perdita di tempo che toglie la possibilità […] di dedicarsi ad attività più divertenti e di certo meno impegnative.” Il compianto professore Nuccio Ordine, però, gli avrebbe risposto che anche un campo considerato inutile come quello della letteratura ha la sua utilità. Quindi, ci si augura che questa e altre “inutili” iniziative possano proseguire e, soprattutto, essere sostenute.
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