Prince ritorna ad emozionare il suo pubblico in versione trascendentale con un disco dei suoi: raffinato, elegante, maledettamente intrigante.
In verità l’album prende vita dalle registrazioni provenienti dai suoi archivi. Un patrimonio d’inestimabile valore, se si pensa che ci sia talmente tanto materiale da poter sfornare un disco all’anno per i prossimi cento anni. Da fonti certe pare che la sua produzione migliore sia ben conservata.
Prince indossa il suo abito migliore utilizzando il funk, il soul, il pop e tutto quello che ha caratterizzato la sua migliore produzione artistica. Il leitmotiv del disco è la ricerca di giustizia e di uguaglianza. Prince critica aspramente il sistema americano basato sui reality e sugli iPhone. Analizza la Nazione ai tempi di Obama, i problemi legati all’ambiente ed accusa la discografia, rea di approfittarsi dei musicisti.
Il Principino di Minneapolis si sofferma sul crollo immobiliare del 2008 e sui crimini dei neri a danno dei neri, ma alterna anche ballate di estrema sensualità come When She Comes, dove canta l’orgasmo della sua partner come solo Prince sa fare. Esprime punti di vista sulla religione in Same Page, Different Book e parla d’infedeltà in Check The Record. Sostanzialmente Welcome 2 America è un lavoro impegnato ed intriso di temi di grande attualità, così, se pensiamo che il disco è stato scritto nel 2010, riusciamo meglio a comprendere il genio ed il talento dell’artista.
Il disco chiude con la traccia benaugurante One Day We Will All B Free, brano ricco di progressioni jazz dove si percepisce la speranza e la visione di una società in cambiamento. Sarà difficile escludere dalla nostra playlist questo album di rara bellezza.