Brittany Howard con What Now una delizia per gli amanti del soul

Sono aperta a tutto, ma tu non vuoi crescere” – canta Brittany Howard in “What Now“, brano che dà il titolo al suo secondo album da solista. La canzone è un funk scuro. Parla di una relazione che si sta sgretolando e che fa a pezzi in pochi minuti il destinatario del testo. Essere aperti a tutto è il principio guida di Howard da quando la sua band Alabama Shakes è esplosa nel 2010.

Ha imparato l’arte di fare musica lungimirante e allo stesso tempo appassionatamente tradizionale. Con gli Alabama Shakes è passata rapidamente dal southern rock estatico di “Boys & Girls” del 2012, alla psichedelia di “Sound & Colour” del 2015. Nello stesso anno ha realizzato un disco divertente con i Thunderbitch che suonava come quelli dei New York Dolls ubriachi di birra a Floribama. Accantonato il progetto con gli Shakes, la Howard ha debuttato da solista con Jaime, disco con il quale è rimasta ancora più saldamente legata alle sue radici musicali. Lo ha fatto in un modo completamente nuovo. Preziosa la collaborazione con un gruppo di ricercatori dal suo stesso sound, tra cui Childish Gambino, Earth Gange e Bon Iver.

“What Now” è registrato a Nashville con il produttore Sean Everett, con cui la Howard è in grado di esprimersi al meglio in ogni situazione. È una cantante soul empatica e autorevole, oltre che una chitarrista inventiva. Il fatto che il tono dell’album sia così mutevole rende ancora più particolari i testi ironici che esplorano gli interstizi delle relazioni.

Quanto tempo mi ci vorrà per dirti che ti amo?” –  Howard canta in “Patience“, ma in questo album cerca di creare qualcosa di nuovo dal solito linguaggio dell’amore, percorrendo gli spazi che le ambientazioni musicali vintage hanno lasciato liberi. “Hai il potere di annullare tutto ciò che voglio” – canta in “Power to Undo“, una delle canzoni dell’album alla Prince. Sembra qualcosa di già sentito finché non si presta attenzione allo strazio che queste parole implicano.

Red Flags” è euforica e contorta allo stesso tempo, proprio come l’emozione che Howard evoca quando canta – “I momenti migliori che abbia mai avuto, è lì che sono iniziati i momenti peggiori“. Un testo forte e difficile che rende l’ascolto di “What Now” un’esperienza unica. Un semplice promemoria di quanti mondi esistano tra gli estremi del piacere e del dolore.

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