ROSE VILLAIN con CHIELLO “Fiori di rosa, fiori di pesco” (Lucio Battisti) – Interpretazione non memorabile ma neanche così scandalosa. Senza infamia e senza pathos. Gusto sciapo. 4,5
MODÀ con FRANCESCO RENGA “Angelo” (Francesco Renga) – Più che un duetto, due cantanti che cantano ognuno per conto suo. Renga ci prova ma Checcho dei Modà è fuori dal coro. 4
CLARA con IL VOLO “The sound of silence” (Simon & Garfunkel) – Benvenuti nel 1958. Una botta di vecchiume fatta bene ma un po’ posticcia. Per chi ama il bel canto antico. 6
NOEMI e TONY EFFE “Tutto il resto è noia” (Franco Califano) – Non solo il resto, tutto il pezzo è noia. Tony Effe tenta di essere Califfo, Noemi non la aiuta nel compito che il buon Tony non riesce proprio ad eseguire. 4,5
FRANCESCA MICHIELIN e RKOMI “La nuova stella di Broadway” (Cesare Cremonini) – Interpretazione poco misurata in un arrangiamento che lascia molto a desiderare. Non è il Festival della Michielin, nè di Rkomi. Deludenti. 5,5
LUCIO CORSI con TOPO GIGIO “Nel blu dipinto di blu” (Domenico Modugno) – Tre minuti di teatro. Un omaggio originale alla musica italiana. Geniale averlo pensato. Sorprendente il risultato finale. 8,5
SERENA BRANCALE con ALESSANDRA AMOROSO “If I ain’t got you” (Alicia Keys) – Duetto quasi perfetto. Serena Brancale mostra il suo valore di interprete di canzoni belle (purtroppo non sue). La Amoroso impreziosisce il tutto con discrezione. 8
IRAMA con ARISA “Say something” (Great Big World, Christina Aguilera) – Irama molto meglio in cover che nel suo brano. Arisa dà una grande mano alla resa del duetto. 7
GAIA con TOQUIHNO “La voglia e la pazzia” (Ornella Vanoni) – Cover molto calligrafica. Né sesso né samba. Veglione di capodanno style. 6
THE KOLORS con SAL DA VINCI “Rossetto e caffè” (Sal Da Vinci) – Stash fa rima con trash. Come sempre nei peggior bar di Caracas e anche nei migliori matrimoni. Napoli trionfa. 5,5
MARCELLA BELLA con TWIN VIOLINS “L’emozione non ha voce” (Adriano Celentano) – Marcella interpreta Gianni Bella che scrive per Adriano Celentano. Comfort zone. Corde di violino e vissero felici e contenti. 6
ROCCO HUNT con CLEMENTINO “Yes I know my way” (Pino Daniele) – Pino rivive anche nel rap partenopeo. Un omaggio secondo il loro stile ma molto sentito e a fuoco. 7
FRANCESCO GABBANI con TRICARICO “Io sono Francesco” (Tricarico) – Tricarico recita il suo brano che Gabbani cerca di impreziosire inutilmente. Finale alla Mr. Rain. Tricarico sembra assente. Tutto un po’ sospeso nel vuoto. 5,5
GIORGIA con ANNALISA “Skyfall” (Adele) – Duetto dalle aspettative altissime. Non delude. Eccede forse di virtuosismo nel finale. Ma è standing ovation. Trionfo quasi scontato, sono loro a vincere la serata dei duetti. 8
SIMONE CRISTICCHI con AMARA “La cura” (Franco Battiato) – Interpretazione intensa di una coppia che è tale anche nella vita e si vede. Il brano vira verso il misticismo con eccessiva pesantezza. La scelta del salmo in aramaico rende la versione troppo ampollosa. 6,5
SARAH TOSCANO con OFENBACH “Overdrive” (Ofenbach) – Elettronica cucita addosso ad un interprete che sembra non averla ben recepita. Né genuina, né autentica. 5,5
COMA_COSE con JOHNSON RIGHEIRA “L’estate sta finendo” (Righeira) – Un omaggio agli anni ’80 da parte di un gruppo, i Comacose, che sembra ispirarsi sempre più ai Ricchi e Poveri. Sanremo sta finendo e un anno se ne va. 7
JOAN THIELE con FRAH QUINTALE “Che cosa c’è” (Gino Paoli) – Elegante rivisitazione che non eccelle per originalità. Stancamente si arriva alla fine senza punte di gioia. 6,5
OLLY con GORAN BREGOVIĆ e LA WEDDING & FUNERAL BAND “Il pescatore” (Fabrizio De Andrè) – Tanta gioia. Arrangiamento molto calligrafico in stile PFM. Interpretazione rigorosa e molto festosa. 7
ELODIE e ACHILLE LAURO “A mano a mano, Folle città” (Riccardo Cocciante/Loredana Bertè) – Bello show tra Gaetano e la Bertè. Duetto interpretato con personalità, gusto ed originalità rovinato sul finale dalla voglia di eccedere di Achille. 7,5
MASSIMO RANIERI con NERI PER CASO “Quando” (Pino Daniele) – Duetto ben interpretato ma forse troppo di maniera. Neri per Caso perfetti. Ranieri pure ma il tutto non si sposa appieno. 6
WILLIE PEYOTE con TIROMANCINO, DITONELLAPIAGA “Un tempo piccolo” (Franco Califano) – Omaggio a Califano intenso e raffinato nella misura senza scimmiottamenti ma con grande rispetto. Voto 7
BRUNORI SAS con RICCARDO SINIGALLIA e DIMARTINO “L’anno che verrà” (Lucio Dalla) – Arrangiamento corale, misurato con tutta la Sas di Brunori. Di Martino e Sinigallia a colorare una fotografia rispettosa del capolavoro di Lucio Dalla. Intenso. Bella la dedica finale a Paolo Benvegnù che proprio oggi avrebbe compiuto 60 anni. 8,5
FEDEZ con MARCO MASINI “Bella stronza” (Marco Masini) – Gli occhi di Fedez hanno tanto odio. Invettiva in metaverso. Versione paranoica e ossessiva. 5,5
BRESH con CRISTIANO DE ANDRÉ “Crêuza de mä” (Fabrizio De André)- Esibizione disturbata da problemi tecnici, ripetuta ben 3 volte. E’ un brano che Cristiano De Andrè interpreta alla grande ma anche in modo troppo calligrafico alla versione originale. Bresh resta nell’angolo da comprimario. 5,5
SHABLO ft. GUÈ, JOSHUA, TORMENTO con NEFFA “Amor de mi vida, Aspettando il sole” (Sottotono, Neffa) – Due pezzi iconici degli anni ’90 del rap old school italiano come “Amor de mi vida” dei Sottotono e “Aspettando il sole” mischiati ed eseguiti magistralmente. Omaggio giocato molto bene. 7,5
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