Maresca richiamato dal Var annulla il gol del Cosenza realizzato da Caso
Maresca richiamato dal Var annulla il gol del Cosenza realizzato da Caso

L’arbitro Maresca, napoletano di 41 anni, indirizza la partita d’andata del playout tra Vicenza e Cosenza.

Una partita ben giocata dalla squadra silana che al “Menti” di Vicenza”, in piena emergenza di organico, vede vanificati i propri sforzi da una decisione cervellotica dell’arbitro Maresca. Coadiuvato nell’occasione da Maurizio Mariani di Aprilia al Var.

Corre il minuto 31 del primo tempo: Caso rientra da una posizione di fuorigioco disinteressandosi completamente del gioco. Il centrale del Vicenza De Maio, non pressato da alcun giocatore del Cosenza, svirgola il pallone rimettendo con la sua giocata in posizione attiva l’attaccante silano. Il numero 10 si invola verso la porta e batte con freddezza il portiere avversario. Lupi meritatamente in vantaggio ma all’improvviso arriva la doccia fredda, la decisone che non ti aspetti.

Le proteste della panchina rossoblù
Le proteste della panchina rossoblù

Maresca viene richiamato da Mariani, sì proprio lui, l’arbitro della partita tra Vicenza e Lecce, e della sceneggiata napoletana di Contini. Inspiegabilmente dopo l’on field review il gol viene annullato tra lo stupore di tutti i calciatori del Cosenza e della panchina. Una decisione che peserà come un macigno sul risultato finale perché oltre il danno arriva l’inevitabile beffa del vantaggio al novantesimo dei padroni di casa. La squadra di Bisoli ha ancora tuttavia il destino nelle proprie mani: venerdì sera, in uno stadio “Marulla” stracolmo, basterà battere il Vicenza con una sola rete di scarto per rimanere in Serie B. Missione possibile, a patto che non si giochi ancora una volta 11 contro 12!

LE “PERLE” DI MARESCA IN SERIE A

L’arbitro Maresca aveva già fatto parlare di sé in maniera negativa in occasione della partita tra Roma e Milan. Il designatore Gianluca Rocchi, dopo la prestazione ritenuta deludente del direttore di gara napoletano all’Olimpico, aveva fermato il fischietto per valutazioni non convincenti, cartellini da rivedere e una gestione complessiva insoddisfacente. Un rigorino, quello che – per le ultimissime linee guida fornite agli arbitri – non andava concesso al Milan.

A farne le spese stavolta è stato il Cosenza. La Serie B è un patrimonio troppo importante per tutta la città e la provincia. Se il destino dei rossoblù prevede la retrocessione che questa avvenga però per i demeriti della squadra sul campo. Senza condizionamenti esterni, di grazia.