Mentre il Cosenza attende il corso degli eventi, il ChievoVerona, all’indomani della bocciatura della Covisoc, è partito regolarmente per il ritiro di Pieve di Cadore come se nulla fosse accaduto. La società del presidente Campedelli ha scelto la linea del silenzio e della normalità delle cose. In realtà dietro l’apparenza di tanta sicurezza, c’è un burrone molto profondo in cui la squadra clivense difficilmente potrà salvarsi.
Dai primi “rumors” che filtrano dalla FIGC e dai giornali nazionali, la compagine gialloblù non avrebbe affatto risolto i suoi problemi economici. Soprattutto non avrebbe avuto l’OK da parte dell’Agenzia delle Entrate di rateizzare i suoi debiti con l’erario che superano i 30 milioni di euro.
Il tentativo “grottesco” fatto il 28 giugno di pagare la prima rata di un piano di rientro mai approvato: da qui l’inevitabile bocciatura della Covisoc che non ha trovato tra le carte dell’iscrizione al campionato il documento dell’agenzia delle entrate che autorizzava il Chievo alla spalmatura del debito pregresso.
Una situazione davvero disperata, rischio di esclusione altissimo, come titola questa mattina Gazzetta dello Sport. Anche perchè la società veronese non potrà produrre nel suo ricorso, che scade tra due giorni, nessuna documentazione aggiuntiva. Dovrà cercare di convincere la Covisoc che l’Agenzia delle Entrate e il fisco si sono sbagliati nel valutare la loro posizione.
Dovesse arrivare, come ormai sembra inevitabile, la seconda bocciatura entro martedì, il presidente del Cosenza Guarascio potrebbe stappare lo champagne che tiene custodito in frigo da tempo. Forse l’unico, in tempi non sospetti, ad aver creduto dal primo momento ad un nuovo e incredibile ritorno in Serie B del Cosenza.