L'undici iniziale del Cosenza contro il Sassuolo (foto Michele De Marco)
L'undici iniziale del Cosenza contro il Sassuolo (foto Michele De Marco)

Un Cosenza così non ha nulla da temere dopo una sconfitta. Perdere con una corazzata come il Sassuolo ci sta.

Non è un tentativo vano di minimizzare la battuta d’arresto. È semplicemente un’analisi obiettiva di quanto andato in scena nei 97 minuti del “Marulla“. L’extra time è aggiunto volutamente. A sottolineatura di quanto i 6 minuti di recupero concessi nella ripresa siano da considerarsi insufficienti a fronte di due lunghissimi check del Var e delle 10 sostituzioni. In situazioni simili la scorsa settimana la Sampdoria aveva usufruito di maggior minutaggio.

Massimiliano Alvini a fine gara (foto Michele De Marco)

Una delle tante valutazioni discutibili di un arbitro, Arena di Torre del Greco, che ha battezzato l’esordio in Serie B con una prestazione ampiamente al di sotto della sufficienza. Rimandato. Ancora inadeguato alla categoria. Parimenti al terreno di gioco: indecente, spelacchiato, sconnesso, irregolare, pericoloso. Potenziale causa di infortuni. Compresi forse quelli recenti di Fumagalli e Ciervo.

Si intervenga urgentemente. Alvini e una squadra così coriacea, umile e coraggiosa meritano di essere messi nelle migliori condizioni per lavorare e rendere bene. E correggere gli errori – perché nessuno è perfetto – commessi ieri. Uno, marchiano, e purtroppo ripetuto. Farsi trovare scoperti nella propria metà campo e subire le velocissime e letali ripartenze del Sassuolo. Nel primo tempo la fortuna e Micai ci avevano messo una pezza. Nel secondo Laurientè, che si è ricordato di essere un giocatore da 10 milioni di euro solo alla sesta giornata, non ha perdonato.

Questo non ha funzionato. Bazzecole rispetto al solito carattere e alla personalità dimostrati. Ma soprattutto all’identità, sempre più definita, e alle trame di gioco sciorinate. Non a caso il Cosenza di Alvini esce ancora tra gli applausi degli 8 mila presenti in un bel sabato di fine estate.

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