Lo striscione esposto dai tifosi della curva nord in Cosenza-Reggiana (foto Francesco Farina)
Lo striscione esposto dai tifosi della curva nord in Cosenza-Reggiana (foto Francesco Farina)

Resilienza: apostrofo invisibile e ottimista sulla parola sofferenza. Per gli appassionati dei colori sociali rossoblù non v’è dubbio alcuno. Chi nasce e si nutre di “panino, vino e Marulla” ha affrontato e superato le celeberrime 12 fatiche di Ercole. Cosenza Calcio: nelle retrovie in diversi campionati di Serie B disputati finora (eccezion fatta nella scorsa stagione), costretto a salvarsi per il rotto della cuffia. Invocando e scomodando anche forze ultraterrene allorché, si potesse (ri)compiere un miracolo. Dal latino “miraculum“, cosa meravigliosa, evento straordinario, che travalica le leggi naturali del creato.

Nonostante le millantate gesta d’imprenditoria finanziarie atte a potenziare il capitale umano a disposizione, all’avanzamento di un’ipotetica Champions League di Serie B (che procurò le risa altrui), alle dichiarazioni di affezione per la città dinanzi a professionisti della carta stampata, al popolo appassionato che ha prestato ascolto a talune dichiarazioni (mendaci), tutti avevamo pronosticato un decorso sportivo, amministrativo e sociale differente.

Orbene, tutto tramutato in un nulla di fatto, solo tanta fuffa e fumo negli occhi. Dovere, potere e volere sono verbi modali che precisano e sottendono in ordine (necessità, possibilità e volontà) razionalmente trasgrediti, danneggiando e destabilizzando un’intera città. Tutte le malefatte compiute e registrate ad oggi, sono state palesate in ogni dove, fino all’esasperazione. Finalmente (forse) qualcosa sembra cambiare auspicando, altresì, un futuro più roseo. Da (ri)scrivere e vivere per com’è giusto che sia.

Il clima insalubre che si respira in terra silana, le negligenze amministrative, la totale inosservanza del codice civile verso coloro i quali fondono professione e passione, l’afflato amoroso maltrattato di una tifoseria hanno raggiunto l’apice della sopportazione. Ed è proprio da questo status quo che occorre ripartire. Sprofondare per rialzarsi, spiccare il volo e librarsi nell’aria.

Uno degli aspetti che più di ogni altri differenzia la tifoseria rossoblù è sicuramente lo spirito di resistenza al dolore anche quello più efferato e feroce. Ai protagonisti che idrateranno fino all’ultima goccia del loro sudore ogni manto erboso che calpesteranno, ai professionisti che hanno a cuore le sorti del Cosenza e a tutti coloro i quali amano da ogni parte del globo terrestre il Cosenza, ora come non mai risuona un grido battagliero: “ubisque nos simul” (ovunque tu sarai, saremo insieme)!

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