Da Südtirol a Südtirol è un attimo. Un battito di ciglia, una valanga di ricordi. Bolzano sarà ricordata come croce e delizia nella storia del Cosenza Calcio. Lì dove le speranze si spensero, ma furono riaccese grazie ad un autogol al ritorno. Sempre lì dove ieri si è consumata l’ennesima (ed umiliante) disfatta. No, questa volta nessuna partita di ritorno. I lupi falliscono l’appuntamento in gara secca. L’immagine dei giocatori a terra con il capo chinato rappresenta l’amaro verdetto: Serie C.
Si dice che “il giorno dopo sia più bello“. Ma, anche al contrario, dopo una retrocessione così umiliante, non si riesce a non pensare che “il giorno dopo faccia più male“. Le nefandezze di questa società, che tanto ha decantato di voler salvaguardare il famoso “brand“, sono riuscite a svuotare anche il serbatoio delle lacrime dei tifosi rossoblù. Il sentimento più diffuso è, paradossalmente, di sollievo. Si è posta fine alle sofferenze e ad un’inutile agonia che durava già da troppo tempo. No, il giorno dopo non fa più male. Il giorno dopo alimenta sempre più la rabbia per i ripetuti tentativi di deturpare una passione.
E’ inutile, ad oggi, tentare di fare l’elenco dei colpevoli. L’ordine gerarchico deve per forza attribuire la patata bollente a due persone: Eugenio Guarascio e Rita Scalise. Tutto è partito da loro: dichiarazioni fuori luogo, mancate comunicazioni e “programmazione” di una retrocessione annunciata. Da lì tutto il resto. Il DS Delvecchio, che ha costruito una squadra piena di limiti e con poca cazzimma (sul curriculum, comunque, apparirà in grande l’ennesima retrocessione per alcuni di loro), un allenatore che sì, avrebbe potuto fare di più.
Le scelte scellerate hanno portato all’umiliazione su ogni campo e ad un epilogo disastroso. Non ci saranno santi che tengono, adesso, o fallimenti di società altrui a salvare una situazione sgretolata nel tempo e arrivata alla sua conclusione. Forse.
L’INCERTEZZA DEL FUTURO
Eh sì, perché adesso il sentimento principale rimane l’incertezza sul futuro. Sul campo è Serie C, ma questo club riuscirà ad iscriversi? Ma, soprattutto, con quale proprietà a capo? Queste “trattative progredite” a che punto sono? C’è un tempo per tutto. Cosenza ora ha bisogno di ripartire con nuovi stimoli, nuove persone che siano legate a questi due colori, nuove ambizioni e nuove progettualità.
Siamo al giorno dopo. Rispetto all’ultima retrocessione sul campo del Pordenone, questa volta non è arrivato nessun comunicato. Forse, però, ripensandoci bene, mai come questa volta il silenzio è la decisione più opportuna, in segno di rispetto (assente in tutto l’arco del campionato) del dolore di una città e di una provincia intera che retrocede con dignità a differenza di altri.
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