Chuck Berry

Corre l’anno 1955 quando Chuck Berry compone una canzone sul sogno di un ragazzo del profondo sud degli Stati Uniti di diventare una rock’n’roll star. In quel momento pensa che difficilmente quel sogno si sarebbe realizzato. Ma non immagina lontanamente che “Johnny B Goode” sarebbe diventata uno degli inni per eccellenza della “musica del diavolo“.

Pubblicata il 31 marzo 1958 per la mitica Chess Records di Chicago, “Johnny B Goode” non è il primo successo di Chuck Berry. Tre anni prima con “Maybelline” confeziona il primo singolo di stampo rock’n’roll in grado di scalare le classifiche di vendita.

Johnny B Goode nella versione di Marty McFly in Ritorno al Futuro
Johnny B Goode nella versione di Marty McFly in Ritorno al Futuro

Il successo è incredibile, innumerevoli le cover realizzate negli anni a seguire. Dagli AC/DC ai Led Zeppelin, dai Beatles a Elton John, dai Men at Work ai Motorhead, da Springsteen a Prince passando per Little Tony. Il brano però non raggiunge mai la vetta delle charts americane, diventando nonostante tutto una vera icona della musica di ogni tempo.

Infatti una registrazione della canzone viene inclusa nel Voyager Golden Record. E’ l’allegato alla navicella spaziale Voyager, in qualità di uno dei tre esempi della musica degli Stati Uniti d’America e come rappresentazione del rock & roll fra le imprese culturali dell’umanità.

Una delle sue reincarnazioni più famose rimane quella portata sullo schermo da Michael J. Fox in Ritorno al Futuro. Nel primo film della trilogia il giovane Marty McFly torna proprio nel 1955 e si esibisce in una scatenata versione di “Johnny B Goode“. Nella scena c’è anche Duck Walk, che nella finzione scenica viene fatta ascoltare dal cugino di Chuck Berry al chitarrista, ispirandolo nella creazione del brano.