
Il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, è tornato davanti a microfoni e telecamere per una conferenza stampa alla Cittadella Regionale. L’incontro con la stampa locale segue l’ospitata a “Quarta Repubblica”, trasmissione condotta da Nicola Porro. Negli studi di Rete 4, Occhiuto si era già difeso con foga in seguito alla notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Catanzaro per presunta corruzione.
Stamane il Governatore ha rilasciato dichiarazioni e risposto alle domande della stampa calabrese. Innanzitutto, Occhiuto spiega la genesi dell’ospitata sulla rete Mediaset, decisa per rispondere pubblicamente a notizie dettagliate uscite sul quotidiano “Il Domani”. L’intervista da Porro segna una marcia indietro sulla decisione iniziale di non partecipare a trasmissioni televisive e mantenere riserbo finché non fossero chiari i motivi delle accuse a lui mosse. E, in questo cambio di strategia comunicativa, rientra anche la conferenza stampa.
“SPERO CHE I MAGISTRATI MI CHIAMINO AL PIU’ PRESTO“
Prima di sottoporsi alle domande dei giornalisti, il Governatore sottolinea alcuni punti. “Credo di aver improntato la mia attività in questi da Presidente della Regione al massimo rigore e non mi va che venga sporcata la mia immagine e quella della Calabria senza che io possa dire alcunché.” Aggiunge Occhiuto: “Spero che i magistrati mi chiamino al più presto, perché sono nella condizione di chiarire ogni questione che viene sollevata, anche perché tutte si riferiscono ad attività che non hanno a che fare con il mio ruolo di Presidente della Regione.”
“Non so chi ha dato le notizie (alla stampa, ndr), so solo che ho ricevuto questi due fogli dalla Guardia di Finanza venerdì 6. E’ la prima volta nella mia vita che ricevo una comunicazione giudiziaria, sono rimasto un po’ basito ma non si capiva quali fossero i fatti contestati da questi fogli.”
“Ho chiesto anch’io alla Guardia di Finanza che non ci fosse alcuna fuga di notizie finché non fossi stato chiamato dai magistrati. Non volevo dirlo a nessuno, non l’ho detto nemmeno al mio portavoce. Poi sono arrivate le prime telefonate da parte di giornalisti nazionali, che mi chiedevano se io fossi stato perquisito o indagato. Ho capito che la notizia sarebbe uscita da lì a poco, quindi ho deciso di dirlo direttamente io. So solo che il 12 giugno mi vengono negate le carte, il 14 leggo le notizie sul Domani.”
“NON VEDO DOVE POSSA ESSERE LA CORRUZIONE“
“L’idea di ricandidarmi l’ho annunciata più volte nei mesi passati. Quando avrà tutto il fascicolo potrò capire come nasce questa vicenda, può darsi pure che nasca da qualcuno che voleva che si interrompesse la mia esperienza. Non sono però nella condizione né di poterlo dire né di poterlo negare, non avendo le carte. Per mia natura, però, non sono un complottista e non credo che ci siano cospirazioni da parte della Magistratura. Si, sono arrabbiato perché i fatti che mi vengono contestati sono inconsistenti e non vedo dove possa essere la corruzione.”
“Non cambio atteggiamento perché sono dall’altra parte: ho sempre detto che siamo una Regione complicata e che i magistrati è giusto che indaghino e lo facciano anche su di me e 360 gradi.” Occhiuto precisa che non chiede più garanzie, ma chiede di accedere al suo fascicolo ed, eventualmente essere ascoltato dai magistrati anche senza leggere le carte. “Il fatto che si sporchi il mio lavoro è per me insopportabile, per questo dico Sentitemi subito. Io non me la sento di attaccare la Magistratura, perché in questi anni ho lavorato fianco a fianco con la Magistratura e le Forze dell’Ordine.”
I RAPPORTI DI OCCHIUTO CON FERRARO E POSTERARO
Gli si chiede di entrare nel merito delle accuse. “Alcuni hanno scritto che avrei dato incarichi a Ferraro. Ma con lui non ho mai avuto rapporti societari. E Posteraro lo conosco da anni, lavorava anche in tv. Quando nel 2016 decisi di fondare una società con lui, lo feci per le sue competenze. Non gli ho mai affidato incarichi in Regione. Chi governa deve dare l’esempio.” sostiene Occhiuto.
“Ferraro veniva dall’Automobile Club e aveva esperienza dirigenziale. Dopo la sua nomina, Posteraro ha ottenuto una consulenza da Ferraro. Ho chiesto di essere sentito subito per chiarire la mia totale estraneità, darei ogni chiarimento possibile. Dicono che da socio avrei avuto benefici, ma erano benefit comuni a tutti, come un’auto aziendale. Quanto agli apporti effettuati, li mostrerò ai magistrati. Nello stesso articolo del Domani si evidenzia che io ho fatto fideiussioni per più di un milione di euro: quindi, dov’è il patto corruttivo?“ si chiede il Presidente della Regione.
“NON CONSENTIRO’ LA MIA UCCISIONE POLITICA”
A proposito dei fondi comunitari, Occhiuto sottolinea: “Ero socio di quella società, non amministratore. Quando “Il Domani” ha pubblicato l’articolo, sono andato a verificare se quel progetto fosse intermediato dalla Regione. Non lo era. Leggo che nei 50 giorni successivi Ferraro avrebbe fatto due bonifici: 10.000 euro a me, 10.000 euro a lui. Erano impegni presi come soci, onorati in base agli incassi della società. Che venissero dalla vendita del vino o da altro, non lo so. Ma sono dinamiche tipiche di qualsiasi società privata.” Prosegue il Governatore “Se oggi si viene indagati per l’attività privata, pur non avendo fatto nulla di illecito nel ruolo pubblico, allora viviamo in un Paese che non consente di essere liberi davvero.”
Infine, Roberto Occhiuto rievoca la storia giudiziaria di chi l’ha preceduto. “Ho avuto un sostegno straordinario da parte dei cittadini calabresi. Come ho detto a Porro, nella storia di questa Regione, tutti i Presidenti che hanno governato per una legislatura sono stati colpiti da avvisi di garanzia, rinvio a giudizio, persino arresto. nella maggior parte dei casi sono stati prosciolti, archiviati o assolti, a sono stati uccisi politicamente. Io non consentirò la mia uccisione politica.” Per tale ragione, Occhiuto conclude la conferenza stampa ribadendo la sua intenzione di ricandidarsi, perché vuole che siano i calabresi ad avere l’ultimo giudizio sul suo operato.
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