“C’era chi pensava che la politica estera italiana consistesse solo nel farsi dare pacche sulle spalle, mentre invece oggi abbiamo dimostrato che gli interessi della Nazione hanno rilevanza internazionale. In primis sul tema dei migranti, dove è stato finalmente messo nero su bianco un principio molto importante che cambierà l’approccio: l’immigrazione è un problema Ue e ha bisogno di una risposta Ue”.
L’incontro con Zelensky e la posizione dell’Italia
Il Presidente Ucraino a Sanremo?
Meloni risponde così: “Io avrei preferito che Zelensky fosse stato presente a Sanremo. Mi dispiace più che altro che si sia creata una polemica: non è mai facile far entrare la politica in una manifestazione come Sanremo, anche se poi ci entra sempre”, ha detto. “Credo che fosse comunque importante una sua presenza”.
In merito all’invio di jet a Kiev, “noi siamo disponibili a fare la nostra parte a 360 gradi. Preferisco non dire di più. Dipende dagli equilibri della comunità internazionale, ma noi ci siamo e ci siamo sempre stati. Dei timori, sentiti più dall’opposizione che dalla maggioranza, sul fatto che aiuti militari portino ad un’escalation della guerra io non sono assolutamente d’accordo”.
IL RAPPORTO CON MACRON
“Confesso che trovo alcune letture italiane un po’ provinciali. Il tema non è ‘gelo’, ‘problemi’, il tema è che l’Italia è una nazione abbastanza centrale in Ue da dover dire quando su qualcosa non è d’accordo rispetto al passato in cui per noi era sufficiente stare in una foto e questo bastava a descrivere la nostra centralità”, ha detto Meloni rispondendo ad un domanda sul botta e risposta con Macron sull’invito di Zelensky a Parigi.
“Quanto successo “non compromette i miei rapporti, ma quando c’è qualcosa che non va devo dirlo“, ha ribadito Meloni.
“Non è facile per nessuno di noi gestire la questione Ucraina con l’opinione pubblica, quello che noi facciamo lo facciamo perché è giusto ma forse non è la cosa migliore sul piano del consenso. Quello che era giusto era la foto dei 27 con Zelensky, anticipare la compattezza con una riunione a Parigi era politicamente sbagliato. Credo che ieri non andasse indebolita la forza dell’immagine di unità dei 27 a Bruxelles. A Parigi con Zelensy c’erano due presidenti, e non gli altri 25″.