Per quanto non se ne parli molto, la città di Cosenza ha alle spalle una forte identità rugbistica che risale agli anni ’70. Questa storia, però, ha vissuto anni altalenanti nel recente passato, culminati l’anno scorso nella totale assenza della palla ovale nell’intero territorio cosentino. A quel punto, un gruppo di giovani appassionati, nonché rugbisti, ha deciso che era ora di prendere in mano la situazione e riportare il rugby cittadino a livelli degni della sua storia. Si arriva così alla fondazione del Rugby Cosenza, che vede come presidente Andrea Paolini.
Il giovane presidente (classe 2003) e i suoi soci Matteo Malomo e Fausto Orsomarso, hanno ripreso un club storico, fondato nel 1973 dai pionieri del rugby a Cosenza. Tra questi, citiamo Tonino Mazzuca (al quale è dedicato il campo di rugby di Rende). All’epoca le partite si disputavano in un vero e proprio pezzo di storia della città di Cosenza, lo Stadio Morrone in Via Roma (ora via Misasi). Paolini, nonostante la giovane età, ha le idee molto chiare. Attualmente fermo per infortunio, sta mettendo in questo progetto tutta la passione dettata dai suoi 21 anni e dall’amore per questo sport. E questo entusiasmo traspare mentre parla della società.
Un passato glorioso per il rugby cosentino
“Cosenza ha avuto una grande storia nel panorama rugbistico, negli ultimi anni ha sempre potuto dare di più di quello che ha effettivamente dato. Io ho sempre creduto nella mia città, non solo per quanto riguarda il rugby.” – afferma Paolini – “La mia visione era assecondata da Matteo Malomo e Fausto Orsomarso, i miei soci. Quando l’anno scorso purtroppo c’è stato questo vuoto nel rugby calabrese, abbiamo pensato che fosse il momento giusto per promuovere qualcosa di nuovo ma che non scordasse da dove è partito. Abbiamo pensato che adesso toccasse a noi, come nel 1973 è toccato a dei ragazzi che fondarono una squadra in una città che non aveva mai visto questo sport. Abbiamo voluto onorare tutta questa storia e noi vogliamo che si torni a parlare di rugby a Cosenza.“
L’attuale stadio del Rugby Cosenza è stato costruito nel 2000 e inaugurato dall’amichevole contro il Rugby Roma. A Cosenza si sono svolte anche partite della Nazionale Italiana, come una partita dell’Under 17 nel 2002 e una dell’Under 19, valida per il Torneo 6 Nazioni di Categoria. Adiacente allo stadio è situata la Club House, una struttura ricreativa dove i rugbisti e gli appassionati si ritrovano per condividere la propria passione, nonché per il famoso Terzo Tempo, momento di festa che conclude ogni partita di rugby. La Club House del Rugby Cosenza porta il nome di una leggenda del rugby cittadino, Francesco Macrì, il primo giocatore di Cosenza a giocare in Serie A, nelle fila del Rugby Roma.
La rinascita del Rugby Cosenza e del rugby cosentino

Il territorio cosentino, nella sua storia ha collezionato due promozioni in Serie B, con Rugby Cosenza e Rugby Rende. L’anno scorso, però, come detto, c’è stato un vuoto rugbistico in tutta la Calabria, con nessuna squadra rugbistica partecipante ai campionati, neanche a livello giovanile. A tal proposito, Andrea Paolini aggiunge: “Io, Matteo Malomo e Fausto Orsomarso abbiamo creduto che ci dovesse essere un cambiamento. Noi crediamo in un rilancio del movimento rugbistico nella città di Cosenza.“
Prosegue Paolini: “Fortunatamente quest’anno ha ripreso le attività anche il Rugby Rende, con il quale c’è una sana competizione. Quindi, quest’anno, due squadre del territorio partecipano al Campionato di Serie C.” Per la cronaca, proprio la scorsa domenica al Tonino Mazzuca di Rende si è svolto il sentito derby. Il match ha visto prevalere il Rugby Cosenza con il punteggio di 36-12.
Conciliare studio e sport
A proposito del settore giovanile, spiega Paolini: “Noi siamo partiti da meno di un anno e, con molti sforzi, oltre alla prima squadra, siamo riusciti a organizzare un’Under 16. Su di essa stiamo concentrando molti sforzi e ci sta dando molte soddisfazioni. I ragazzi partecipano al campionato di categoria, hanno a disposizione due allenatori e un preparatore atletico, stanno per iniziare anche un programma in palestra. Noi cerchiamo di aiutarli il più possibile per poi riuscire a essere decisivi sia in questo momento per loro che poi riuscire a fare un passaggio nella prima squadra.”
Ma, a quest’età, non bisogna dimenticare lo studio, e Paolini è categorico. “Alcuni di loro sono seguiti anche con un servizio di doposcuola, quindi cerchiamo di aiutarli in tutti gli aspetti. Per me lo studio è un aspetto fondamentale, soprattutto a quest’età un ragazzo deve saper conciliare entrambe le vite. Se un ragazzo, anche universitario, mi dice che non può venire all’allenamento perché deve studiare, io cerco sempre di fargli capire che lui prende un impegno con la squadra e l’impegno va rispettato. Se tu tendi a non farlo, sia nello studio che nella vita non riuscirai a rendere al massimo. Le due cose devono viaggiare di pari passo.” – è il pensiero del presidente – “I ragazzi fanno tre allenamenti a settimana sul campo, più due allenamenti in palestra. Lo studio è molto importante: ci sono dei ragazzi che abbiamo preso da situazioni scolastiche negative e li abbiamo aiutati a migliorare. Se ci chiedono una mano noi siamo sempre disponibili a darla.”
L’importanza del settore giovanile
Già, lo studio, inevitabilmente importante per i rugbisti dilettanti, così come il lavoro. Perché, forse è superfluo rimarcarlo, a questi livelli non si vive di certo con questo sport. Ma com’è composta la squadra? “La squadra è divisa a metà tra lavoratori e studenti. Abbiamo molti ragazzi d’esperienza, vari 2005, tre 2007, con un’età media che si aggira sui 25 anni. Abbiamo scelto il nostro capitano per la sua esperienza (35 anni) ma abbiamo dato ruoli di responsabilità anche a ragazzi non ancora maggiorenni.” afferma Paolini.

Gli obiettivi di Andrea Paolini e della società per il settore giovanile del Rugby Cosenza, però, non si fermano all’Under 16. “Con il prossimo campionato partirà l’Under 18. Abbiamo qualche ragazzo in prima squadra che potrebbe fare il doppio campionato e ne abbiamo qualcuno in fase di stallo, che non può giocare né in prima squadra né in Under 16 ma che l’anno prossimo farà parte di questa squadra. Questo perché gli Under 17 non possono giocare in prima squadra per regolamento. Dopo le prime partite della prima squadra mi hanno chiamato moltissimi genitori di bambini di 6, 8, 10 anni, ai quali purtroppo non ho potuto dare risposta positiva. Puntiamo in cinque anni ad avere tutta la filiera delle giovanili, perché una squadra sana è una squadra che ha i bambini, per avere un ricambio generazionale. Invece, al momento non abbiamo avuto richieste da parte di ragazze.“
Il rugby, uno sport fortemente identitario
Tra i rugbisti si crea una comunità, un legame che dura nel tempo, e questo si è visto anche nella prima partita della nuova gestione. “Abbiamo voluto omaggiare la forte identità che abbiamo nel rugby cosentino riprendendo la maglia originale con lo stesso stemma, che usiamo come seconda maglia, con una patch sulla manica che riporta una loro foto. Inoltre, nella prima partita giocata in casa alla ripresa la cerimonia di consegna della maglie ai compagni, che di solito fa il capitano, l’hanno fatta gli Old. Si tratta di chi ha ricoperto in passato quello specifico ruolo verso chi lo ricopre ora. Per poter costruire un progetto che possa funzionare non bisogna mai scordarsi delle proprie radici perché hanno dato inizio a tutto. Quindi è stato molto toccante negli spogliatoi vedere 44 Old (due per maglia) che consegnavano le 22 maglie ai ragazzi che poi sarebbero scesi in campo con il numero che è stato loro per una vita.”
Sempre a proposito di tradizioni, non si può non citare il Torneo Twickenham: “Si è svolto il 5 gennaio ed è stata una delle iniziative che più ci ha entusiasmato. È il torneo più antico del rugby calabrese, giunto alla 47sima edizione e che si è fermato solo nel 2020 per il Covid. Con l’edizione del 2023 abbiamo festeggiato i 50 anni del rugby a Cosenza. È stato molto bello perché finalmente siamo tornati in tanti sul campo da rugby. L’anno scorso purtroppo c’è stato l’anno zero del rugby ma il Twickenham si è tenuto ugualmente, pur essendo molti di meno in campo. Quest’anno eravamo una sessantina, tra giovanili, prima squadra, fuorisede (ragazzi che giocano fuori e scesi per le vacanze natalizie).” – prosegue Paolini.
Le radici e i talenti di casa nostra
“Per tenere a mente le nostre radici abbiamo preso in carica anche l’organizzazione di questo torneo, negli anni passati organizzato dagli Old. Quest’anno, per l’occasione, abbiamo ripreso la sfida tra Studenti e Lavoratori, come nel primo torneo Twickenham. Quest’evento si tiene sempre nel periodo natalizio ed è un evento al quale tutti i rugbisti cosentini tengono moltissimo. È una vera e propria festa, un’amichevole con 60 rugbisti in campo più tutti gli altri sugli spalti, per poi ritrovarsi tutti insieme al Terzo Tempo in Club House.” conclude il presidente.
Cosenza, va detto, è rappresentata anche nel rugby che conta, grazie a un ragazzo di Cosenza, Francesco Ruffolo. Classe 2002, Ruffolo ha iniziato a giocare a rugby nella sua città, per poi trasferirsi a Colorno, dove ora gioca in prima squadra nella Serie A Elite e ha giocato in Nazionale nel 6 Nazioni Under 20, in una partita vinta contro l’Inghilterra. Ha all’attivo anche una partita con le Zebre Parma (franchigia che gioca nel prestigioso torneo URC) in qualità di permit player. “Lo abbiamo premiato l’anno scorso alla presentazione della squadra come orgoglio della nostra città. Poi ci sono vari ragazzi che giocano nelle giovanili di Colorno, ai quali auguro lo stesso successo di Francesco. È abbastanza singolare che, nonostante a Cosenza negli ultimi anni non si sia sviluppato così tanto il livello, siamo riusciti comunque a mandare ragazzi fuori a giocare.” sottolinea Paolini.
Open Club, per uno sport inclusivo
Infine, bisogna citare un’iniziativa di prossima partenza, che vede la collaborazione tra Rugby Cosenza e Arcigay Cosenza, ovvero l’Open Club, la prima squadra di rugby LGBTQIA+ in Calabria. Il progetto verrà presentato con un Open Day il 28 gennaio. Dopo una sessione sul campo ci si sposterà nella Club House per il Terzo Tempo e parlare ampiamente dell’iniziativa. Interverranno la società del Rugby Cosenza, l’ideatore del progetto Juan Fernàndez e la presidente di Arcigay Cosenza Alessandra Lucanto. Inoltre, saranno presenti la consigliera e delegata allo Sport per il Comune di Cosenza Chiara Penna, il consigliere e delegato al Centro Storico per il Comune di Cosenza Francesco Alimena. Sicuramente si tratta di un progetto unico nel genere per la città di Cosenza che potrebbe essere da stimolo per altri sport e che va seguito con attenzione.
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