L’ottantesimo anniversario del 25 aprile in questo particolare contesto politico nazionale ed internazionale rappresenta per ognuno di noi una rinnovata necessità di partecipazione ed impegno tese a contrastare una deriva antidemocratica pericolosa per la collettività tutta.

Nella serata del 24 aprile è stato organizzato dalla Consigliera Comunale, prof.ssa Emilia Di Tanna, insieme al Segretario del Circolo Pd, Enzo Giacco, con la collaborazione dell’Associazione “Insieme per”, un incontro di riflessione sulla storia della Resistenza nel basso Tirreno Cosentino, sul valore della partecipazione delle donne alla lotta di Liberazione dal nazifascismo, sulla profondità dei valori che ancora oggi il 25 aprile porta con sé. L’iniziativa si è aperta con i saluti istituzionali dell’Assessore alla Cultura, Vicesindaca prof.ssa Caterina Policicchio, e quelli del dott. Marcello Rametta, Presidente dell’Associazione “Insieme per”.I relatori che si sono avvicendati hanno dato vita ad approfondimenti di rilievo: la prof.ssa Olinda Suriano, il dott. Enzo Giacco, la rappresentante dello “Spazio Donne” SPI CGIL, nonché Segretaria dello SPI CGIL, Lauretta Pagliaro.

Le letture tematiche offerte dalla bravissima Maria Emilia Cuzzilla, vicepresidente dell’Associazione, “Odio gli indifferenti” di Antonio Gramsci, hanno corroborato il senso del bisogno di una partecipazione necessariamente più convinta e attiva da parte di tutti i cittadini consapevoli, soprattutto di fronte alle derive antidemocratiche che la politica dei nostri tempi ci propone. Proprio per tutto ciò ad Amantea questo 25 aprile sarebbe stato bello avere un colore unico, un’unica bandiera, una commemorazione unita di tutte le forze che si richiamano alla Resistenza partigiana, che avrebbe potuto creare le basi culturali di un nuovo impegno civico unitario nel solco del significato più profondo e più alto del giorno della liberazione: la Resistenza.

Resistere alle derive autoritarie, resistere agli egocentrismi politici che stanno minando alla base le nostre libertà, quelle stesse per cui hanno combattuto e sono morti partigiani e partigiane di ogni colore politico antifascista. Il fascismo è un modo di essere persona, gruppo, società, movimento, partito, amministrazione e governo… è quel modo di pensare a se stessi come i padroni della realtà, … è quell’ essere autoritario pieno di sé che fin troppo spesso oggi vediamo intorno a noi nascosto sotto mentite spoglie. Contro questa visione distorta e populista della vita oggi più che mai RESISTERE È UN DOVERE CIVILE. 

Tutti i partigiani che hanno combattuto la Resistenza nel nostro paese hanno avuto un’appartenenza politica che ha trovato, pur nelle differenze, l’unità di intenti. L’atteggiamento di coloro che nel ricordo del 25 aprile hanno inteso manifestare in maniera divisiva nel ricordo del giorno della liberazione dal nazifascismo, pur essendo stati invitati ufficialmente dagli esponenti del Circolo PD di Amantea a vivere questo giorno insieme a tutte le altre forze democratiche che dalla storia della Resistenza declinano la loro cultura civica, hanno messo in mostra tutta la loro arroganza, la debolezza del credere di essere gli unici depositari di valori invece comuni, l’incapacità di creare le condizioni necessarie per lottare insieme per qualcosa di ben più importante: la libertà e la pace, oggi e sempre.

In un mondo di guerra, di scontri, di divisione, di costante pericoloso attacco alla democrazia, ricordare insieme chi ci ha dato la possibilità di essere liberi e libere dovrebbe essere un imperativo morale. Un comportamento teso alla chiusura e alla distinzione dalle altre forze democratiche è un controsenso in termini di valore, di storia, di senso del 25 aprile, proprio perché il significato di quella giornata proviene da una Resistenza che ha unito forze politiche molto diverse fra loro, e le ha unite nella lotta per la libertà.

Ad Amantea avevamo aperto una interlocuzione dialettica con i rappresentanti della CGIL e, tramite loro, dell’ ANPI, sulla possibilità di collaborazione nell’ organizzazione della manifestazione commemorativa per gli  ottanta anni dal 25 aprile 1945, che avrebbe potuto partire dalla partecipazione condivisa alla stessa manifestazione fino alla realizzazione di una piattaforma organizzata e  unitaria per la raccolta firme per i referendum, in una azione di civiltà, di maturità sia culturale, che sociale e politica.

Non aver accolto tale appello ha segnato ancora una volta una battuta d’arresto nella costruzione di un dialogo capace di ricostruire quel fronte unitario che altrove, ha dimostrato la compattezza del significato profondo di questa commemorazione. Dalle locandine di molte altre “piazze” italiane civilmente unitarie, è chiaro che la parola d’ordine, ancor di più quest’ anno, è stata UNITÀ. Tutte le forze politiche e sindacali antifasciste e democratiche, i movimenti, le associazioni hanno sfilato insieme per ridare un senso profondo alla necessità di risvegliare il sentimento dell’orgoglio di quella lotta, proprio oggi, nel momento più pericoloso della storia delle democrazie occidentali. 

Ad Amantea no! È stata l’ennesima dimostrazione che in questo paese è difficile e divisivo anche il ricordo della nostra stessa storia comune.

Invece di puntare sulla coesione della visione antifascista e democratica contro la deriva autoritaristica che sta pesantemente avanzando nelle azioni politiche messe in atto in Italia e nel mondo e in più luoghi dai più piccoli alle aree più estese, qui ad Amantea si “sfila” dividendo in nome e per conto di anacronistici personalismi sterili, ma solo ad Amantea. Altrove, anche vicino alla nostra cittadina, l’ANPI e il PD si sono ritrovati insieme. Non è possibile trovare un senso a tutto ciò.

Se il presente è diecimila volte più pericoloso di quanto si potesse immaginare, gli screzi localistici, le incomprensioni di chi usa le associazioni per personalismi e antagonismi senza senso, le divisioni anacronistiche dovrebbero sparire per la costruzione di un fronte comune educativo, civico e politico culturale che non può avere lo sguardo miope di una parte della piccola realtà di Amantea. Non condividiamo tutto ciò…riteniamo che la politica sia altro, che la cultura della Resistenza ci insegni altro.

E’ nostra convinzione che credere in valori grandiosi come il sacrificio della propria vita per la libertà altrui debba condurre tutti ad un esempio unico: essere degni di quel sacrificio e pronti a lottare per i principi democratici che infiammarono quegli uomini e quelle donne e che oggi ci vengono silenziosamente tolti attraverso l’arroganza del potere in ogni luogo. Buon 25 Aprile.