“Alaska Baby” è una vera e propria odissea poetica che porta Cesare Cremonini oltre i confini della sua città natale, Bologna, verso orizzonti lontani alla ricerca di energia, ispirazione, metamorfosi e, soprattutto, di luce.
Il viaggio, inteso come metafora di un’evoluzione personale e artistica, rappresenta la lente attraverso cui il cantautore narra la sua continua esplorazione del senso e della realizzazione. Questa esplorazione sonora ha inizio proprio da Bologna e si snoda attraverso l’America, per giungere infine nella remota e gelida Alaska. Dodici brani che raccontano frammenti dell’anima, indagando sentimenti, paure, tormenti, momenti di pura felicità e passioni travolgenti. La dialettica dell’amore e le sue emozioni vengono tradotte in un linguaggio musicale che fonde poesia e consapevolezza. Cremonini si presenta come un quarantenne ancora in cerca di un proprio posto nel mondo, di un angolo che possa risuonare con la propria verità.
Musicalmente l’album risulta un mosaico minuzioso e luminoso che si inserisce perfettamente nel panorama della musica contemporanea. Cremonini riesce ad infondere eleganza, orchestrazione e intensità senza mai sacrificare il ritmo e l’energia che caratterizzano la sua impronta sonora. Quando si siede al pianoforte racconta i molteplici colori della musica. Ogni brano è concepito per evocare una forte emotività, con un’architettura musicale che spazia dalla delicatezza alla potenza, dall’introspezione alla liberazione. La title track, che funge anche da dichiarazione d’intenti dell’intero album, si apre con un’introduzione strumentale che evoca l’atmosfera maestosa di un film epico. Grazie ad una sezione di fiati e timpani costruisce una tensione melodica quasi cinematografica. Da quel momento in poi l’album si dispiega come un caleidoscopio di suoni e generi, un mix che esplora territori diversi, ma sempre con una curiosità inarrestabile alla ricerca di nuovi orizzonti e di nuove frontiere sonore da conquistare.
Non mancano ammiccamenti urban in Limoni, i viaggi tra i synth in Streaming e le esplorazioni nell’universo edm in collaborazione con i Meduza in Il mio cuore è già tuo. C’è anche una reminiscenza West Coast orchestrale in Una poesia e risvolti orchestrali Breakbeat nella conclusiva Acrobati. Per questo viaggio, Cremonini si avvale della collaborazione di alcuni compagni di percorso che arricchiscono e diversificano l’esperienza musicale. Artisti di spessore che, con il loro tocco unico, contribuiscono ad un incontro di stili ed influenze. Tra questi spicca Mike Garson, leggendario pianista di David Bowie, con cui Cremonini duetta nel brano Dark Room. In Aurore Boreali la voce di Cremonini si fonde con quella di Elisa creando un momento davvero speciale, distante dal concetto di semplice featuring.
Un altro momento emozionante è rappresentato da San Luca, una preghiera laica che s’intreccia con l’immagine di Luca Carboni. Una voce all’unisono che diventa simbolo di un’amicizia musicale leggendaria. Quasi un’ora di musica che ci offre una splendida sintesi della musica italiana contemporanea. Un insieme completo e cantautorale, capace di abbracciare al contempo le tendenze globali senza dimenticare le proprie radici.
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