Il Cosenza cancella con un colpo di spugna la squadra femminile. Senza colpo ferire. Decidendo di non iscrivere le lupe, reduci tra l’altro da una promozione celebrata in lungo e in largo, al campionato di Serie C.
Un viaggio indietro nel tempo di decine di anni. In controtendenza con una realtà che vede il fenomeno del calcio in rosa in forte ascesa. Con l’aggravante di chiudersi nel solito cronicizzato silenzio, sia nei confronti di calciatrici e staff che nei confronti dell’opinione pubblica, del mondo esterno. Questo è diventato ormai un tratto distintivo del club.
Insomma, a queste latitudini succede tutto questo oggi, nel 2024. Il Cosenza Calcio ottiene la ribalta sulle cronache nazionali e non per i suoi meriti. Prima per il trattamento riservato alle lupe, poi per il deferimento del TFN, il primo e proprio per questo preoccupante, dell’era Guarascio. Senza dimenticare la novità del giorno, riportata da Il Quotidiano del Sud. Gli atti ingiuntivi inviati dal Real Cosenza e le richieste di pagamento degli arretrati da parte dei responsabili del “Romolo Di Magro” di Montalto. Entrambi strutture con cui la società bruzia ha stretto delle partnership nelle recenti stagioni.
Nel resto del mondo invece i maggiori club italiani e europei riservano alle sorti delle proprie compagini femminili la stessa visibilità destinata ai colleghi uomini.
C’è poi chi va anche oltre e si distingue per una lodevolissima iniziativa destinata a fare storia. Il Milan – si legge nella nota diffusa ieri – “diventa il primo Club all’interno dell’élite del calcio europeo a presentare un’innovativa policy per la maternità delle sue tesserate, garantendo loro, in maniera formale, una serie di tutele durante la gravidanza e la prima infanzia dei figli, che vanno oltre la normativa vigente. Il Club garantirà anche:
• Il rinnovo automatico con prolungamento di un anno del contratto alle medesime condizioni economiche per le tesserate, in caso di scadenza contrattuale nella stagione sportiva in cui la gravidanza è iniziata
• Assistenza per la cura dei figli nelle ore in cui l’atleta è impegnata nell’attività sportiva e supporto per voli, alloggi e altre spese di viaggio per i figli della tesserata che ha condotto la gravidanza o è responsabile unico del minore, insieme a un accompagnatore.
Le calciatrici rossonere potranno inoltre continuare a beneficiare di tutele in ambito di protezione nel corso della gravidanza, remunerazione obbligatoria e rientro in attività“.
Non serve davvero aggiungere altro. Applausi.
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