Colapesce Dimartino al Be Alternative Festival

Be Alternative Festival raddoppia con una seconda giornata dai sapori decisamente più cantautorali e meno rock. Non per questo meno coinvolgenti. Del resto i nomi di Timber Timbre, Marco Castello e dulcis in fondo Colapesce Dimartino fanno gola.

Proprio l’apertura di Timber Timbre, progetto musicale del canadese Taylor Kirk, è la piena dimostrazione di questo. Pochi orpelli, un suono oscuro e ammaliante. Atmosfere dal sapore cinematografico che hanno conquistato il folto pubblico che dalle prime ore di un pomeriggio caldo e assolato si è ritrovato nella distesa alle spalle della chiesetta di San Lorenzo. Il set forse più atteso della giornata è stato quello di Marco Castello. Il siciliano, col suo cantautorato semplice ma allo stesso tempo dai sapori raffinati, negli ultimi mesi ha calamitato le attenzioni del pubblico dei ventenni e non solo. E’ lui un figlio artistico de la Comitiva, progetto musicale del membro dei Kings of Convenience, Erlend Oye. Castello ha una energia straripante che travolge un pubblico che non aspettava altro che le sue canzoni per scatenarsi.

Il pubblico domenicale del Be Alternative Festival

Figli di uno sguardo disincantato e malinconico, i suoi brani conquistano per i suoni freschi. Raccontano storie di una quotidianità sincera e solare come quella terra a cui appartiene. Non è per nulla un caso che sia la stessa terra dei due headliners della serata, Colapesce Dimartino, cui è stato dato onere e onore di chiudere il Be Alternative Festival.

Quello del duo siciliano è e resterà uno dei misteri della musica italiana contemporanea. Cantautori validissimi in solo, raggiungono il successo con la famosissima e cantatissima “Musica Leggerissima“, brano che ancora oggi è manifesto della loro produzione in coppia. Riuscire a raccontare una realtà tutt’altro che lieve con toni e modi accattivanti. Se la musica è leggerissima assai meno lo sono i testi. Lo sguardo è teso all’attualità, a una critica feroce della società mascherata dal sorriso beffardo delle loro facce da schiaffi. Il loro “Lux Eterna Beach” è, a conti fatti, la perfetta rappresentazione del declino morale e culturale dell’Italia di oggi.

Nonostante un infortunio subito da Colapesce, che lo ha costretto ad esibirsi da seduto, il concerto del duo è stato assolutamente strepitoso. Accompagnati da una vera super band con, tra gli altri, Enrico Gabrielli, Niccolò Carnesi e Any Other, il duo siciliano ha proseguito con il concerto fino a ben oltre il tramonto, regalando in conclusione una deliziosa cover di “Bandiera Bianca” di Franco Battiato. Un finale emozionante per una kermesse che è diventata un appuntamento imperdibile nell’estate calabrese.

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