Il Cosenza come l’araba fenice. Paragone associato al fatto che l’uccello mitologico è da sempre simbolo di morte-rinascita, e resurrezione. Si dice infatti che questo volatile abbia la capacità di risorgere dalle proprie ceneri dopo la morte e per questo motivo, collegato anche al potere della resilienza. Ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità.
Nel derby di ieri sera contro la Reggina, la compagine rossoblù, avrebbe potuto dire addio alle residue chances di salvezza. Ad un minuto dalla fine la squadra di Viali soccombeva in casa contro quella di Inzaghi. Una sconfitta che con ogni probabilità avrebbe fatto suonare in anticipo il de profundis. Proprio allo scoccare del 90º minuto decide però di salire in cattedra Marco Nasti. Il giovane attaccante del Milan, nel giro di un minuto, riscrive la storia di questo campionato.
Una doppietta da urlo: primo gol in tuffo di testa, secondo con un tiro al volo sotto la traversa da spellarsi le mani. Incredibilmente il Cosenza ribalta la Reggina, e finalmente (in attesa delle partite di oggi) si schioda dopo due mesi dall’ultimo posto in classifica. Con la salvezza che da chimera ora appare sempre difficile, ma non troppo lontana.
La vittoria non vale solo per la classifica. Ma può soprattutto rappresentare la svolta a livello morale e psicologico. Un’iniezione di adrenalina pura di cui Rigione e compagni avevano bisogno come il pane per avere la forza e il coraggio di affrontare senza paura le ultime 11 battaglie di questo torneo.