Eugenio Guarascio in tribuna d'onore (foto Michele De Marco)
Eugenio Guarascio in tribuna d'onore (foto Michele De Marco)

Tempi duri per il Cosenza, relegato in fondo alla classifica. La squadra di Alvini, complice il fardello del -4, sarà costretta a condurre un girone di ritorno da record per evitare di sprofondare in Serie C.

Tempi durissimi per la proprietà del Cosenza Calcio. Il patron, o presidente che sia, Eugenio Guarascio, viene contestato in ogni dove. Il suo gradimento è ai minimi storici. Ogni post pubblicato sulle profili social del club viene inondato immediatamente di inviti a farsi da parte, a cedere il pacchetto azionario e, nei casi più estremi, di ingiurie ed offese. Da qui la decisione di cancellare subito i commenti negativi e bloccarli. Diktat che in tutta probabilità viene dall’alto.

La mossa è rivolta probabilmente a chi sconfina nelle forme più becere di maleducazione, lasciandosi andare a pesanti offese personali o, nel peggiore dei casi, a velate o esplicite minacce (da condannare fermamente). Al contempo però si penalizza la maggioranza dei tifosi, che perde la libertà di esprimere civilmente il proprio dissenso. La censura preventiva, e soprattutto totale, da sempre poi non fa altro che acuire il malumore e rinfocolare gli animi già caldi. Oltre a indispettire e violare la regola base dei social, nati per favorire l’interazione. Per la comunicazione unilaterale ci sono canali come il sito web.

Se il tentativo invece è pulire l’immagine gettando la polvere sotto il tappeto, i risultati sono vani. Come se non ci fosse una contestazione evidente e una sfiducia conclamata e trasversale nei confronti della gestione societaria che trovano sfogo ovunque e comunque. Anche stavolta, si poteva fare diversamente, si poteva agire meglio.

Era come se una qualche forza immensa vi schiacciasse, qualcosa che vi penetrava nel cranio e vi martellava il cervello, inculcandovi la paura di avere opinioni personali e quasi persuadendovi a negare l’evidenza di quanto vi trasmettevano i sensi…il senso comune costituiva l’eresia delle eresie“. (George Orwell in “1984”)

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