Nella soporosa attesa della semifinale dei playoff mondiali tra Italia e Macedonia, a scuotere il calcio italiano è l’annuncio del mancato rinnovo contrattuale del numero 10 della Juventus Paulo Dybala.

Nulla di nuovo sotto il cielo bianconero, la fumata nera era inevitabile. Sibilline le dichiarazioni dell’AD bianconero Arrivabene. Così come i continui rinvii giustificati ora dal perpetuo momento difficile della stagione della Vecchia Signora ora alla posizione di Antun, agente del calciatore e uomo di fiducia della famiglia Dybala. Ma privo delle autorizzazioni per trattare il rinnovo, condizione indispensabile per ottenere la ricca commissione richiesta e pattuita in autunno quando le parti si erano lasciate con una bozza di accordo condivisa.

Maurizio Arrivabene, AD bianconero (foto da Sky Sport)
Maurizio Arrivabene, AD bianconero (foto da Sky Sport)

STRACCIATO IL PREACCORDO

Il tutto, nel definire i contorni di una vicenda di cui sentiremo ancora molto parlare, parte proprio da questo preaccordo raggiunto in autunno tra la Juventus e l’uomo su cui, a parole evidentemente, la società aveva deciso di affidare il post CR7, fuori e dentro il campo. Risuonano oggi come paradossali le dichiarazioni di Allegri su Dybala vice (e futuro) capitano, fulcro del progetto tecnico. Gli hanno fatto eco quelle di Nedved entusiasta del vicinissimo rinnovo, di un ambiente pronto a scommettere sulla Joya come perno su cui costruire il rinnovamento bianconero.

Poi è cambiato qualcosa, ed è cambiato male, per i modi e i tempi con cui si è arrivati alla fumata nera. Non si tratta di un mancato accordo tra le parti ma la decisione unilaterale della società di ripudiare gli accordi presi in autunno. Scaricando di fatto il calciatore, come ha chiaramente affermato Maurizio Arrivabene.

Dybala non è più centrale nel progetto, che riparte da Vlahovic. Non gli è nemmeno stato proposto un contratto al ribasso. Ufficialmente per rispetto nei confronti del calciatore ma probabilmente anche per evitare il minimo rischio che potesse accettare. Tutto lecito, per carità, ma l’idea che a Torino sponda bianconera le idee siano poche e confuse è concreta.

DYBALA INJURY PRONE

L’oneroso accordo da 10 milioni netti a stagione non era stato certo estorto dall’attaccante argentino. Lo status di stella della squadra, di calciatore più talentuoso, di elemento indispensabile alla calcisticamente povera proposta di gioco di questa Juventus, non è mai stato messo in discussione da quanto visto in campo. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di un calciatore prossimo ai 29 anni che nelle ultime stagioni si è mostrato injury prone. Ma qui si potrebbe discutere su quanto abbiano inciso cause terze. Non ultime quelle legate a una gestione degli allenamenti, quella della stagione in corso, che ha portato a un preoccupante aumento dell’incidenza di un certo tipo di infortuni. Dybala non ha mai pienamente convinto per quelle che erano, a un certo punto della sua carriera, le aspettative.

Dybala e la propensione agli infortuni (foto da stopandgoal.com)
Dybala e la propensione agli infortuni (foto da stopandgoal.com)

In realtà parliamo di un calciatore all’apice della carriera, che non si è mai tirato indietro nel lavorare per la squadra. Ha certamente dei limiti che non è riuscito a superare e necessita di una gestione oculata del proprio fisico per rendere al meglio con continuità. Che sul piatto della bilancia della dirigenza bianconera ci siano stati tutti questi aspetti è indubbio, così come che in questa decisione abbiano pesato valutazioni tecniche ed economiche.

LA SCELTA DEL SOSTITUTO

Toccherà quindi ad Arrivabene e Cherubini garantire nella prossima stagione un adeguata sostituto della Joya. Possibilmente senza lasciarsi abbindolare dai nomi e puntando su calciatori adatti al tipo di calcio praticato dai Bianconeri. Ma allo stesso tempo toccherà al tecnico Allegri, che ha evidentemente dato il suo placet al non rinnovo, trovare soluzioni che non facciano rimpiangere questa decisione. Tenuto anche conto che la presenza in campo di Dybala non dava solo maggiori opzioni offensive a una squadra con poca inventiva e scarsa propensione al tiro da fuori ma era fondamentale nella produzione di calcio della Juve, spesso drammaticamente dipendente dalle iniziative di Juan Cuadrado.

Domani, come sempre, il campo sarà giudice insindacabile e ci dirà chi ha compiuto la scelta giusta. Diamo per scontato che Dybala e il suo entourage vedranno soddisfatte al meglio possibile le proprie richieste. La scelta ricadrà su qualche squadra non proprio di secondo piano (Atletico Madrid e Barcellona in primis). Rimane però la sensazione che ad uscire peggio da questa storia siano proprio dirigenza e tecnico. Sono loro ad ave abbondantemente esaurito il credito a disposizione, a maggior ragione dopo la pesante eliminazione in Champions.