Roberto Mancini (foto La Presse)
Roberto Mancini (foto La Presse)

Un tristissimo déjà vu. Cinque anni fa l’amarezza della notte di San Siro, ieri l’inaspettata débâcle del Renzo Barbera. L’Italia estromessa dalla fase finale dei Mondiali, per la seconda volta di fila. E qui il primo record negativo: non era mai successo in un secolo di storia della Nazionale. Ce n’è addirittura un altro: lo fa da campione d’Europa in carica. Sì, perché, nel frattempo, gli azzurri di Roberto Mancini hanno conquistato un titolo europeo.

Il gol di Trajkovski ha fornito un delizioso assist all’Italia pallonara per dimostrarsi per quella che è, per palesare la sua indole giustizialista. Un popolo di appassionati smanioso di far partire la caccia al colpevole, o ai colpevoli, mettendoli in croce. Un popolo che ha scarsa memoria storica e poca riconoscenza. Dimenticati in fretta i risultati positivi ottenuti da Roberto Mancini. Non si può cancellare con un battito di ciglia quanto di buono fatto dall’ex numero 10 di Samp e Lazio.

Immobile durante la gara con la Macedonia (foto pagina Facebook Nazionale Italiana di Calcio)
Immobile durante la gara con la Macedonia (foto pagina Facebook Nazionale Italiana di Calcio)

Chi ha raccolto le macerie lasciate dalla scellerata gestione Ventura-Tavecchio ricostruendo (con successo) un gruppo dalle fondamenta? Chi ha collezionato 37 risultati utili consecutivi stabilendo un nuovo primato a livello mondiale? (Sì, ci sono anche record positivi a quanto pare. Vale la pena snocciolare i dati: 30 vittorie, 7 pareggi, 93 gol fatti, 12 subiti).

Inoltre, cosa di non poco conto, ha consegnato alla nazionale un’immagine diversa, sradicandole l’etichetta di squadra difensivista e catenacciara. Nel quadriennio del Mancio il pubblico ha potuto finalmente ammirare un collettivo capace di inventare, primeggiare nel possesso palla e creare occasioni da gol a raffica. Anche ieri le statistiche erano chiare: 32 tiri contro 4. Magari, se al posto di Insigne e Immobile, ci fossero stati Vialli e Mancini dei bei tempi…

Nell’immediato post gara il commissario tecnico non ha dato rassicurazioni sulla sua permanenza (ha un contratto fino al 2026). Ci auguriamo, che smaltita la cocente quanto naturale delusione, decida di rimanere al suo posto. No, non siamo d’accordo con chi grida “Via Mancini e tutti i suoi filistei!“. L’alternativa rappresentata dal duo Cannavaro-Lippi sinceramente non ci entusiasma affatto.