È avvenuto nella tarda mattinata di ieri, giovedì 9 marzo, un nuovo blitz da parte degli attivisti per il clima. Questa volta, a fare da sfondo alla vicenda, è stata la città di Milano. Ad essere preso di mira, infatti, in questo caso, è stato il monumento equestre di Vittorio Emanuele II, sito in piazza Duomo, nel capoluogo lombardo.
Autori della vicenda, due giovanissimi ambientalisti milanesi, di 23 e 26 anni, appartenenti al movimento “Ultima Generazione”. Si tratta di un gruppo di protesta per il cambiamento climatico, che, nel corso degli scorsi mesi, si è reso autore di numerose rivolte. Ad essere presi di mira dal movimento di protesta, principalmente monumenti, opere d’arte o importanti edifici.
I due giovani attivisti, dopo aver scavalcato le transenne di recinzione del monumento, hanno imbrattato l’opera con della vernice lavabile di colore giallo. In seguito, hanno distribuito dei volantini ai presenti. I due manifestanti sono poi stati condotti in caserma, accusati di imbrattamento di beni culturali o paesaggistici.
I motivi del gesto
“Il governo ha investito 41,8 miliardi nell’estrazione di combustibili fossili solo nel 2021. Chiediamo che questa montagna di soldi vada immediatamente tolta dal fossile e investita in una transizione ecologica giusta, in misure a vantaggio della salute dei cittadini e nel futuro delle giovani generazioni.” Queste le parole con cui uno tra i due attivisti ha motivato il gesto.
“Non paghiamo il fossile! — ha dichiarato, invece, l’altro ambientalista coinvolto— Imbrattare una statua è scandaloso? Io dico che il vero scandalo è l’assoluta indifferenza del Governo verso le nostre vite, che la crisi climatica distruggerà e sta già distruggendo. L’Italia è il sesto investitore al mondo in combustibili fossili, investe persino più di Russia e Arabia Saudita. Dobbiamo liberarci immediatamente di petrolio, carbone e gas: farlo è possibile, manca solo la volontà politica perché viviamo in un sistema in cui il profitto di pochi conta più della vita di milioni di persone.”