“All’ombra della torre mi sono consacrato ad alti livelli. In riva al Crati sono cresciuto per poi spiccare il volo“. Ne va da sé che per Gigi Simoni, classe 1965, Pisa-Cosenza è e sarà sempre la partita del cuore. È lui, in qualità di doppio ex delle squadre che si affronteranno domenica per la 15ª giornata di Serie B, il nostro interlocutore d’eccezione.
“È la mia partita – ribadisce l’ex portiere – e ricordo quanto fu strano incontrare per la prima volta il Cosenza da avversario. Atmosfera grigia e lugubre, del resto Denis Bergamini era morto solo da pochi giorni. Per me una giornata triste, una delle più brutte della mia carriera. Ritrovarmi contro i miei compagni è stato emozionante. Non ero abituato a vedere i miei fratelli dall’altra parte del campo“.
– In cosa sono state importanti queste due squadre, queste due esperienze per la tua carriera?
“A Cosenza devo tutto, qui sono nato calcisticamente. A Pisa ho conosciuto il grande calcio, incrociando da avversari tutti i più grandi campioni dell’epoca. Entrambe tappe fondamentali della mia carriera. Il mio cuore però rimane rossoblù“.
– Il rapporto con le tifoserie
“Nei due anni a Pisa sono sempre stato uno dei più positivi e i tifosi, che non hanno mai mancato di farmi sentire il loro sostegno, me lo hanno riconosciuto. Il mio carattere combattivo mi ha permesso di entrare nelle loro grazie. Oggi mantengo ancora un rapporto bellissimo. Frequento più abitualmente Cosenza ma a Pisa, dove sono stato benissimo, rimango molto molto legato“.
– C’è un altro giocatore, tuo grande amico tra l’altro con il quale condividi il ruolo di doppio ex di Pisa e Cosenza: Michele Padovano. Siete stati compagni di squadra con entrambe le maglie.
“Sia a Pisa che a Cosenza gli chiedevo: “Michele aiutaci anche nella nostra metà campo”. Lui mi diceva di sì ma non l’ho mai visto rientrare una volta, è stato coerente (ride ndr). Un aneddoto simpatico: quando eravamo a Cosenza per la sentenza sul caso Bergamini, abbiamo ricordato insieme una foto. L’istantanea di un rigore di Martin Vasquez in Pisa-Torino. Tutti i miei compagni erano pronti per un’eventuale ribattuta. L’unico immobile era Michele. Lui si è discolpato dicendo che era sicuro che lo avrei bloccato (ride ancora di gusto ndr)“.
– Hai visto qualche partita di Pisa e Cosenza in questa stagione? Le tue impressioni
“Ho seguito maggiormente il Cosenza, visto anche dal vivo di recente nella partita contro la Salernitana quando sono stato ospitato in curva Bergamini dagli ultras. Mi piace lo spirito sbarazzino della squadra. I lupi ci stanno facendo divertire con prestazioni importanti. Vedo un Cosenza brillante e brioso. Ricorda per certi versi la squadra di Bruno Giorgi del primo anno del ritorno in B. Ci sono anche delle analogie tra gli allenatori, per il carattere e la personalità. Alvini sta facendo un lavoro incredibile e, mi dicono chi lo conosce bene, essere una persona educata, signorile e rispettosa. Ha garbo anche nella disponibilità che mostra con la gente che lo ferma in città per un selfie e per scambiare quattro chiacchiere. A questo punto voglio fare un ricordo di Bruno Giorgi. Persona di grande eleganza. Non ha mai alzato la voce. Gli bastava uno sguardo per farti capire che stavi sbagliando“.
– Da ex portiere un tuo giudizio su Semper e Micai. Analogie e differenze
“Micai continua la tradizione di grandi numeri uno rossoblù. Protagonista di annate strepitose. Gli faccio i miei complimenti e gli invidio una cosa: essere riuscito a fare il capitano del Cosenza. Io non ho provato questa gioia. Semper è portiere molto affidabile“.
– Vuoi fare un pronostico?
“Vista la classifica, un pareggio accontenta più il Cosenza ma non scontenterebbe troppo il Pisa. Come diceva qualche allenatore: in certi casi meglio due feriti che un morto“.
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