Sì è assistito nella scorsa seduta consiliare all’ennesimo tentativo fallito da parte di Massimiliano De Rose di tacere.

Un atto, questo, che sicuramente gli avrebbe impedito di rimediare l’ennesima figuraccia in seno al consiglio comunale. L’ordine del giorno su cui avrebbe dovuto relazionare, ma che in realtà celava il goffo tentativo di prendere tempo, non è stato neanche presentato dal diretto interessato e comunque firmato, oltre che da lui stesso, da un solo altro consigliere! Tanto rumore per nulla.
Un ordine del giorno indifferibile ed urgente sulla richiesta di costituzione di parte civile da parte del comune nel processo Reset. Il fine giurista avrebbe dovuto indignarsi piuttosto dell’assalto al municipio fatto in pompa magna, dei selfie davanti la casa comunale, dei titoloni di una inchiesta che si è oramai sgonfiata perché priva di elementi probatori.
Ma essendo noi garantisti abbiamo comunque messo ai voti tale folle proposta e, naturalmente, rigettata. Frattanto il consigliere De Rose in che pianeta era mentre il presidente del consiglio chiedeva ai presenti chi volesse intervenire nella discussione del PSC? Non ci pare lamentasse problemi d’udito, forse più di comprendonio! Taccia per una volta e ricordi, per l’avvenire che: “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”.
Laboratorio Civico. Campolo, Consulta PO: “parole di De Rose offensive nei riguardi della vicesindaca Petrusewicz
Non le manda certo a dire l’avvocata Mariuccia Campolo, attivista e femminista, coordinatrice del centro antiviolenza del comune di Paterno Calabro e vice presidente della Consulta pari opportunità del comune di Rende al consigliere Massimiliano De Rose.
“Le polemiche del consigliere Massimiliano De Rose – afferma Campolo in merito alle dichiarazioni rilasciate sulla sindaca FF, Marta Petrusewicz – rappresentano l’emblema della gratuita mancanza di rispetto nei confronti del genere femminile oltre che della pura ipocrisia. Il suo è un tentato attacco all’autostima di una donna, una imposizione all’omologazione, una mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni. Lo fa nel più meschino dei modi utilizzando la piazza virtuale di Facebook nella consapevolezza di alimentare la cultura dello stigma. Di una politica patriarcale e misogina che vuole rinchiudere la donna in immagini stereotipate. Lo fa per giunta con la certezza di alimentare la fame degli odiatori seriali” – Come donna, come attivista, come cittadina rendese sono inorridita dalla cattiveria dei commenti cui ha dato adito sulla sua pagina social”.
De Rose è un uomo di bell’aspetto, perennemente curato nell’abbigliamento e abbronzato anche nei mesi privi di un solo raggio raggio di sole. Un uomo che palesa il costante trionfo dell’apparenza sulla sostanza. Un uomo che disconosce, evidentemente, la cultura del rispetto un uomo cui bisognerebbe ricordare che i corpi delle donne e delle persone in generale non stanno nel mondo per il piacere né per il giudizio di nessuno”, ha proseguito l’avvocata.
“Quale esempio per le nuove generazioni? Un consigliere dall’apparenza composta che fa il bullo dalla sua comfort zone? Forse il suo è il lamento della volpe che non arriva all’uva. O, molto più probabilmente, è il tentativo di allontanare le voci di chi lo dipinge come la stampella della maggioranza? Lui che avrebbe potuto discutere in consiglio, ma che ha scelto di astenersi adducendo pretestuose irregolarità. Lui che avrebbe potuto allontanarsi dalla sala del consiglio facendo venire meno il numero legale. Si è trovato spiazzato? Era ancora assonato? Era concentrato sul suo outfit? O forse come dicono in molti ha semplicemente preferito non fare opposizione? Farebbe bene a tacere o ancora meglio ad approfittare dei mesi estivi per chiedere qualche ripetizione a chi, come la vice sindaca, di cultura oltre che di charme ne ha da vendere”.