«C’è un solo modo per trovare la propria strada nella musica: sbagliare. Poi, sbagliare ancora. Sbagliare di nuovo, sbagliare per sempre. Sbagliare e sfilarci di dosso tutte le nostre convinzioni. Fino ad arrivare al cuore di ciò che stiamo cercando. Fino a trovare noi stessi.»… (da “Vivere la musica” di Francesco Motta del 19.03.2020).

Chissà se questo estratto del libro autobiografico del cantautore livornese Francesco Motta avrà ispirato la scrittura del suo terzo disco dall’emblematico titolo “Semplice”.

La copertina dell’album

Io credo proprio di si, e credo che il cuore della ricerca musicale diventa in questo disco la semplicità che però è tutt’altro che banalità. Un disco epico, fatto di argomenti semplici ma colorati da una grande ispirazione. Alla prova del terzo disco, Motta non delude ma rilancia e fa dell’essenzialità il centro del percorso artistico. Si sente e come il supporto di Taketo Gohara, che aveva partecipato anche alla produzione di “Vivere o morire“. Gli arrangiamenti sono sorprendenti e spaziano dal cantautorato italiano (De Gregori – De Andrè su tutti) alla new wave indie rock molto british. Una menzione particolare alla band che ha affiancato le registrazioni del disco, band dal respiro internazionale e composta da Giorgio Maria Condemi (chitarra), Matteo Scannicchio (tastiere), Cesare Petulicchio (batteria, già nei Bud Spencer Blues Explosion), il percussionista brasiliano Mauro Refosco, già negli Atoms for Peace di Thom Yorke e al lavoro con David Byrne e Red Hot Chili Peppers, e il bassista Bobby Wooten, (“American Utopia” dello stesso Byrne).

A mio personale giudizio, la bellezza di questo lavoro discografico sta nelle canzoni e nella loro essenzialità. I testi sono così semplici da metterti a nudo. Ti lasciano percepire la purezza della composizione in un contesto di arrangiamenti ricercatissimi nei suoni fatte di scelte stilistiche mai scontate. Un disco che parla di ispirazione, di cambiamenti individuali più che collettivi ma che arriva al cuore a volte sotto forma di carezza, a volte come uno schiaffo ma che non lascia mai indifferente. Ascolto dopo ascolto “Semplice” è un disco, che per citare il primo singolo uscito, non si può finire di amare. Come dice Motta nella bellissima “Via della luce“, “questa finta guerra che faccio per poter scrivere una canzone” è la genesi di un disco da ricordare.

Brani consigliati: A te – Via della luce – Semplice – Quando guardiamo una rosa.

Valutazione **/5

TRACKLIST

  1. A te – 5:11
  2. E poi finisco per amarti – 3:45
  3. Via della luce – 3:24
  4. Qualcosa di normale (feat. Alice Motta) – 3:01
  5. Quello che non so di te – 2:40
  6. Semplice – 5:06
  7. Le regole del gioco – 3:10
  8. L’estate d’autunno – 3:15
  9. Dall’altra parte del tempo – 3:07
  10. Quando guardiamo una rosa – 6:56