Tanti applausi per i Pink Floyd Legend a Corigliano-Rossano

Sbarcano in Calabria, con unica data a Corigliano-Rossano, i Pink Floyd Legend. Una tra le più accreditate cover band del gruppo che per decenni ha dominato il panorama musicale internazionale a colpi di dischi venduti e veri e propri eventi mastodontici live (Berlino, Pompei, ecc.).

Il pubblico è di quelli che dei Pink Floyd ne hanno amato la grandezza musicale e il loro modo di essere rockstar senza essere divi (eccezion fatta per gli anni di Syd Barrett). Alla band soprattutto il merito di avere concepito album come “The Wall“, “Meddle” e “The Dark Side of the Moon“. Meraviglia che celebra i suoi 50 anni passati quasi nella totalità nelle classifiche dei dischi più venduti.

I Legend per certi versi ricalcano la struttura dell’album “Pulse“. Una prima parte con pezzi più conosciuti, la seconda con esecuzione integrale di “The dark side of the moon”. Si parte con il classico “Shine on you crazy diamond” che scorre in maniera ipnotica verso le più recenti “Learning to Fly” e “What do you want from me“. L’atmosfera si fa poi più cupa. Le luci rosse prendono il dominio del palco sulle note di “One of these days“, che esalta le doti del batterista. Arriva il momento del pezzo più filmato dal pubblico: “Another Brick in the wall“. Compare così il gonfiabile del Professore che opprime l’anima poetica dei Pink. A scorrere l’intimistica “Mother“, “Final Cut” e con “Hey you“.

La parte centrale avvolge fin dalle prime note di “On the Run“. L’esecuzione dei pezzi è accompagnata dai video originali. Ottime “Time” , “Us and Them” e “Any Colour you like“. Così come “Money e “Brain damage” suonate in maniera accademica. Il finale di “Eclipse” è meno robusto rispetto alla versione originale. Un capitolo a parte merita “The Great Gig in The Sky” :il pezzo si presta a miriadi di interpretazioni. Va detto che la migliore versione è quella incisa su album, irriproducibile fedelmente. Bravissime comunque le tre coriste del gruppo, che fanno venire la pelle d’oca.

Chiusura col trittico “Wish you were here“, cantata a squarciagola dal pubblico; la sognante “Comfortably Numb” e l’emozionante assolo e il gran finale con l’esplosione di luci e suoni di “Run Like Hell“, vocalmente difficile da interpretare. Senza dubbio la più coinvolgente della serata.

Grandi applausi alla fine e giusto tributo ai Pink Floyd Legend. Per due ore abbondanti hanno permesso di sognare con note e voci come succedeva una volta in cui ci si riuniva da ragazzini nei garage per fare del bel sano rock.

Non vorrei essere un sottofondo, vorrei che la mia musica fosse l’unica cosa importante, almeno nel tempo in cui la si ascolta. (David Gilmour)

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