Il concerto solidale degli artisti cosentini

Gianluca Paciola voce    
Diego Altomare
piano e tastiere
Antonio Castrovillari, Ivan Volpentesta chitarra
Francesco Borrelli
batteria
Francesco Tiesi
percussioni e sax
Michele Orlando
Direzione e basso

E degli “ospiti speciali”

Giovanna Perna

Alessia D’Andrea

Monica Delle Noci

Francesca Chiatante

Antonio Gelsomino

Enzo Naccarato

Ciroberto Caputo

Djana Sissoko

Desirèe Biondi

Per “Un sogno chiamato Gianmarcampo”.

Il progetto di terapia ricreativa dell’Associazione Gianmarco De Maria

Per maggiori informazioni, leggi qui sotto o collegati a: https://www.gianmarcodemaria.it/tutta-nata-storia-nellanima-di-pino-daniele/

“Non possediamo né oro né argento ma quello che abbiamo è anche vostro…”. Permettetemi di parafrasare quanto San Pietro negli Atti degli Apostoli (3,6) dice allo zoppo, ma è l’immagine che meglio si addice a quanto sto per dire e non sono riuscito a trovare altri esempi.

L’oro è comunemente associato alla ricchezza, al benessere. L’argento alla verità, alla giustizia… Tutte cose che, se le utilizziamo per l’oncologia pediatrica ­— l’ambiente che con grande fatica abbiamo scelto di servire —, non abbiamo.

Qualche tempo fa abbiamo utilizzato l’immagine di Don Chisciotte che lottava contro i mulini a vento — il simbolo delle battaglie contro le illusioni, quelle che non varrebbe nemmeno la pena di combattere —, per rappresentare la condizione dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale nella nostra Calabria. E come don Chisciotte ne siamo usciti sconfitti e con le ossa rotte ma, come l’Hidalgo, siamo rimasti ostinatamente irriducibili nel non cedere a compromessi, perché vale comunque la pena battersi per ciò in cui si crede senza essere mai disposti a sottomettersi o, peggio, ad arrendersi.

Già, mai cedere o arrendersi per una giusta causa, per i diritti sottratti ai nostri figli, quelli di vivere e curarsi nella propria terra, accanto agli affetti più cari: mamma, papà, nonni, amici…

La terra. Il mare, la montagna, il sole, l’aria. Le bellezze naturali che ci circondano, l’origine della storia della civiltà occidentale, i prodotti della terra che diventano meraviglia per il palato. Ecco qui un po’ del nostro oro e argento, lontano dai mulini a vento che affollano le nostre contrade. La nostra non è una terra amara, alcuni uomini che l’abitano lo sono, è una terra generosa e calda, baciata dal sole e accarezzata dalla neve, lambita dal mare e sfiorata dal vento.

Passeggiare su un sentiero sterrato, per poi fermarsi a guardare un fiore e un’ape che ronza attorno ad esso. Le mucche pascolano e il sole batte caldo sulla sua fronte. Un sasso da tirare in uno stagno. La meraviglia di uno scoiattolo che si arrampica agile e veloce su un pino maestoso. Scoprire, meravigliandosi, che le patate crescono sottoterra…

Sono solo alcune delle emozioni che un bambino, privato troppo presto della sua infanzia, potrebbe trovarsi a sperimentare trascorrendo alcuni giorni, insieme alla sua famiglia, in un ambiente piacevole, bucolico, quale potrebbe essere, nelle nostre intenzioni, il “Gianmarcampo”.

La notizia di una diagnosi devastante, i giorni trascorsi in una stanza d’ospedale, l’odore acre dei farmaci e del disinfettante, modificano per sempre la spensieratezza caratteristica della prima età della vita di un bambino. Tutto cambia e tutto diventa diverso. Il fisico del bambino è sottoposto a sforzi sovrumani, costretto a reagire alla malattia e ai farmaci somministrati per combatterla. Nella speranza di uscirne vincitori.

A combattere il cancro dei bambini, al fianco della ricerca, dei farmaci, dei medici, degli infermieri, già da un po’ di tempo ci sono altri alleati, altre “terapie”. Terapie strane, originali, ma che aiutano ad aumentare notevolmente l’efficacia delle stesse. Ad esempio, la geloterapia (o terapia del sorriso) che abbassa notevolmente la pressione arteriosa creando uno stato di benessere psicofisico generato dalle risate e dall’allegria; rigenera le cellule e combatte la depressione provocata di frequente dalla chemioterapia. È più conosciuta come clownterapia (che, tra l’altro, pratichiamo dal 2003). Oppure la musicoterapia e, ancora, la cromoterapia…

E la terapia ricreativa. Ed è proprio questa l’oggetto del progetto che stiamo proponendo. Si tratta di una speciale terapia che non ha bisogno di farmaci, ma di sorrisi, emozioni ed esagerato divertimento. È un vero e proprio percorso di ricostruzione della propria persona, dove si abbandona l’etichetta della malattia, che per lungo tempo si è portato addosso, per dare spazio al proprio essere: bambini e ragazzi che vogliono riprendere in mano la propria vita, la propria infanzia o adolescenza, insieme alla mamma e al papà, ai fratelli, ai nonni.

Tutto questo in maniera inconscia all’interno delle attività che verranno proposte, poiché strutturate in maniera tale da rispettare l’individualità di ogni bambino o adolescente, che dovrà pensare solamente a divertirsi, a fare nuove esperienze, a socializzare di nuovo. Potrà impegnare la propria giornata in estenuanti attività di gioco o di escursione, oppure stare in tutta tranquillità oziando, scoprendo la bellezza dell’ambiente circostante oppure godere della compagnia di un buon libro.

Bambini, adolescenti, ragazzi in cura, in terapia o fuori da essa, assieme alle loro famiglie potranno usufruire delle attività del campo che, con questo progetto, immaginiamo di realizzare.

La nostra Associazione nasce il 2002, da allora ha accolto centinaia di famiglie, non solo con l’offerta dell’alloggio ma, anche, con una serie di servizi che vanno dall’accompagnamento burocratico per ottenere i benefici di legge previsti, all’assistenza sociale, al sostegno economico. Esperienze vissute e realizzate grazie ai tanti volontari che quotidianamente si alternano per offrire il calore di un abbraccio o una parola di conforto alle mamme, ai papà, ai fratelli, ai nonni …

Quando si ammala un “figlio” si ammala tutta la famiglia e siamo consapevoli che c’è solo una cosa peggiore di un tumore: avere un figlio malato di tumore. Ed è questa malattia che abbiamo scelto di affrontare, quasi sempre a mani nude. Ma quello che possiamo fare, lo facciamo al meglio delle nostre forze e possibilità.

Per questo siamo impegnati, adesso, nella costruzione del sogno della terapia ricreativa che altro non è che un “tempo”, anche di pochi giorni, in un posto incantato, lontano dal chiasso delle città e dal maleodorante inquinamento, dove poter ritemprare il corpo dopo le “fatiche” imposte dalla chemioterapia, dove potersi ossigenare respirando a pieni polmoni l’aria delle nostre montagne. Dove poter riscoprire vecchi sapori e antichi mestieri. La terapia ricreativa è giochi all’aperto e passeggiate tra gli alberi, è camminare a piedi nudi sui prati. Raccogliere funghi e more, accarezzare una capretta o una mucca. È guardare le stelle… E questo spettacolo è il primo passo verso la sua realizzazione, e vi terremo aggiornati sui suoi progressi, perché sarà anche merito vostro se lo realizzeremo, e vi possiamo garantire che lo realizzeremo.