Domani, lunedì 21 aprile, giorno di Pasquetta, il Cosenza tornerà in campo al “Picco” per affrontare lo Spezia in una gara che, per motivi opposti, vale tantissimo.
Da un lato c’è la squadra di casa che non vuole rinunciare al sogno della promozione diretta. Dall’altro, ci sono gli ospiti, che devono provare a non affondare definitivamente. Dopo settimane passate a rincorrere risultati e speranze, il Cosenza si trova con le spalle al muro, schiacciato da un campionato che lo vede relegato all’ultimo posto e sembra stia per dare il suo verdetto finale.
Le buone prestazioni intraviste in alcuni frangenti della stagione e la buona volontà non bastano più. Servono solo punti. Il calendario, però, non fa sconti e mette davanti ai rossoblù una delle squadre più solide di questo campionato. Attualmente, infatti lo Spezia è terzo in classifica, a 7 punti di distanza dal Pisa, secondo.

Lo Spezia ha dalla sua non solo la classifica, ma anche una rosa costruita con ambizioni superiori. Tra nomi d’esperienza e giovani talenti, la squadra bianconera può contare su alternative in ogni reparto, su una panchina lunga e su una chiara identità tattica. Il Cosenza, al contrario, ha dovuto spesso reinventarsi con continui cambi di formazione che non hanno mai veramente convinto. La causa? Una rosa mai veramente completa che nel mercato di gennaio si è scelto di non rafforzare.
Eppure, proprio in questi momenti di disperazione, il calcio ha saputo scrivere storie incredibili. Proprio qui, in momenti simili, il Cosenza ha trovato le sue resurrezioni. Ma servirà una prova immensa, perché tra le due squadre il divario tecnico è evidente.
Lo Spezia può contare su profili come Gianluca Lapadula, i fratelli Salvatore e Francesco Pio Esposito, Petko Hristov, fratello gemello di Andrea, tra i tanti. Il Cosenza si affida a Gabriele Artistico, giovane rivelazione di questa seconda parte di stagione, e alla voglia di riscatto di uomini ai quali non resta che lottare.
Domani dovrà essere una Pasquetta di sofferenza, speranza e orgoglio, se ce n’è ancora. Perchè, si sa, nel calcio non vince sempre la più forte.
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