Un momento dell'Open Day
Un momento dell'Open Day (foto Rugby Cosenza)

Da qualche giorno a Cosenza, sport fa rima con inclusione. In particolare il rugby, che nell’immaginario collettivo è uno sport rude, ma in realtà chi lo pratica diventa parte di una comunità. Come ama ripetere Andrea Paolini, il Presidente del Rugby Cosenza, ognuno ha il suo posto nel rugby, a prescindere da altezza, peso o altro.

Ed è proprio per questo motivo che tra il Rugby Cosenza e Arcigay Cosenza è nata una collaborazione unica nel suo genere, che ha dato vita all’Open Club. Si tratta della prima squadra di rugby LGBTQIA+ in Calabria. Il progetto è stato presentato lo scorso 28 gennaio con un Open Day che ha visto la partecipazione di decine di ragazzi e ragazze, desiderosi di fare sport ma soprattutto di far parte di un gruppo il più inclusivo possibile. Le iscrizioni sono ancora aperte, per chi volesse farne parte.

L’immancabile Terzo Tempo

L’Open Day è iniziato con una partecipata sessione sul campo, agli “ordini” di Juan Fernàndez, ideatore del progetto e allenatore. A seguire, in puro spirito rugbistico, la presentazione del progetto ha avuto luogo nella Club House del Rugby Cosenza, il pub che accoglie il famoso Terzo Tempo, tradizione di ogni fine partita, nel quale tra una birra e quattro chiacchiere si fa gruppo e ci si rilassa, a prescindere dal risultato.

A presentare il progetto, oltre a Paolini e Fernàndez, sono stati la presidente di Arcigay Cosenza Alessandra Lucanto, la consigliera e delegata allo Sport per il Comune di Cosenza Chiara Penna, e il consigliere e delegato al Centro Storico per il Comune di Cosenza Francesco Alimena, che non si è sottratto alla seduta sul campo.

La collaborazione tra Rugby Cosenza e Arcigay Cosenza

Ma com’è nata questa iniziativa unica in Calabria e con pochi altri esempi nel resto d’Italia? A spiegarlo è Andrea Paolini: “Abbiamo iniziato la collaborazione con Arcigay Cosenza perché vogliamo dare uno spazio che sia aperto a tutti per giocare a rugby e stare insieme. Il rugby prima di tutto è stare insieme, amicizia, siamo amici prima che compagni. Cosenza è stata sempre aperta al cambiamento, è una città che è sempre stata viva da questo punto di vista.”

I partecipanti all'Open Day a fine sessione
I partecipanti all’Open Day a fine seduta (foto Rugby Cosenza)

Cosa si propone questo progetto? Speriamo di riuscire a creare un ambiente che sia aperto e amichevole per tutti, e che sia inclusivo. Il nostro obiettivo è creare un circuito che sia aperto a tutti quelli che si sentano di promuovere attività del genere. Noi stiamo collaborando con Arcigay e ci stiamo trovando benissimo perché sono dei ragazzi fantastici. Ci siamo cercati a vicenda, è bastata un’idea comune e subito è partito il progetto.”

Aggiunge Paolini: “Il progetto si ispira ad altre realtà simili presenti in tutta Italia, con le quali speriamo di collaborare in futuro. È una realtà ancora non consolidata in Italia, ci sono poche squadre. Per esempio, da Salerno in giù noi siamo la prima squadra. Sicuramente si potrebbe creare un circuito per giocare amichevoli con loro e poi vedere in che direzione si sviluppa il progetto. Al momento, però, la componente agonistica è in secondo piano. L’obiettivo principale è quello di un ambiente inclusivo per tutti.”

Obiettivo primario dell’Open Club: accoglienza

Di accoglienza ha parlato Alessandra Lucanto di Arcigay nel suo intervento. Dopo aver ringraziato chi ha creduto e si è speso per dare vita all’iniziativa, Lucanto ha sottolineato la presenza dell’Associazione nel Club House e a fianco di Rugby Cosenza perché ci si è sentiti accolti. E l’accoglienza è l’obiettivo primario dell’Open Club.

Inclusione, sport e amicizia. Questi sono i cardini dell’Open Club, tanto cari ad Arcigay Cosenza e Rugby Cosenza. Perché, come ha ricordato Paolini nella Club House a fine Open Day “la cosa più importante che si vive qui è l’amicizia, che io spero con questo movimento riusciremo a coltivare più di ogni altra cosa ed è il nostro obiettivo principale. Quindi, divertimento e amicizia, perché nel rugby, rispetto a ogni altro sport, la cosa più importante è il supporto e il sostegno tra compagni. Non resterai mai solo, né in campo né fuori.

Sicuramente si tratta di un progetto unico nel genere per la città di Cosenza che potrebbe essere da stimolo per altri sport e che va seguito con attenzione. Un progetto che risponde anche a un’esigenza sempre più comune in questi tempi: sentirsi accolti per come si è, senza sentirsi giudicati. Ma anche stabilire connessioni reali, non virtuali.

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