Sanremo 2025 top e flop della terza serata

La terza serata del Festival di Sanremo ha visto esibirsi 14 dei 29 cantanti in gara e i finalisti delle nuove proposte. Abbiamo scelto tre momenti top e tre momenti flop. Gioco che faremo per tutte le serate del festival. Potete commentare la kermesse a modo nostro nella striscia quotidiana Cosa succede a Sanremo” in onda ogni giorno intorno alle 15 sui canali social de Il Dot.

Nel corso della terza serata le canzoni in gara (la metà) sono state votate dal pubblico attraverso il Televoto e dalla Giuria delle Radio. Al termine, è stata comunicata la classifica delle prime cinque posizioni non in ordine di piazzamento. Nella Top 5 sono risultati ComaCose, Brunori sas, Irama, Olly e Francesco Gabbani. Ad aggiudicarsi la gara delle nuove proposte è stato Settembre con il brano “Vertebre“.

Fra i momenti top da evidenziare la conduzione Conti-Leone Lamborghini-Follesa. Quest’ultima ha dato il meglio di sè, sovvertendo il politically correct, con una serie di gag fino al bacio al leader dei Duran Duran in stile anni ’80 con il cartello “Sposerò Simon Le Bon“. Miriam Leone esempio di classe e professionalità, con momenti di commozione che sul palco nazional popolare di Sanremo non guastano mai. Un po’ più ingessata Elettra Lamborghini che ha comunque portato la sua spontaneità condita da abiti mozzafiato. Il ritmo nella conduzione non è mancato. Carlo Conti riesce a trasformare quel che fa in “Tale e quale show”, un merito ed un limite allo stesso tempo.

Menzione speciale per chi ha fatto da preludio alla serata. Edoardo Bennato, 78 anni suonati in versione one man band apre con la sua profetica “Sono solo canzonette“. Standing ovation per il menestrello del rock italiano.

Questi invece i nostri Top e Flop della serata.

TOP

  • BRUNORI SAS – Si conferma sempre più outsider di questo Festival. Strappa una standing ovation. Il pubblico in sala apprezza la sua performance impeccabile. Canzone elegante e poetica che al tempo stesso arriva ovunque.
  • JOAN THIELE – Pezzo di una delicatezza estrema. Stile, raffinatezza e bellezza senza strategie commerciali. Davvero una sorpresa per un brano che vola alto.
  • DURAN DURAN – Ospiti che rendono Sanremo simile ai “Migliori anni” in salsa Carlo Conti. Però, il tuffo nel passato impreziosito dalla presenza di Victoria dei Maneskin, certifica che la band di Simon Le Bon invecchia comunque bene e on stage.

FLOP

  • IRAMA – Il televoto e le radio lo premiano. La canzone e la sua esibizione sono al di sotto della qualità media di questo Festival. Il vocoder e gli abiti sgargianti sono l’involucro di una scatola piuttosto vuota. Impalpabile
  • TONY EFFE – Decide di non essere sé stesso e di tentare il plagio con un omaggio al Califfo. Operazione non riuscita e soprattutto non autentica. Qualcuno ci cascherà ma la cifra stilistica è mediocre
  • CLARA – Il brano è davvero debole. La grazia dell’aspetto fisico è inversamente proporzionale alla melodia e alla costruzione di un brano che non decolla nonostante la cassa a 4 ed il tentativo di farcirlo di ingredienti alla moda.

Entra nel canale Whatsapp de Il Dot