Fate viaggiare la macchina del tempo ad un anno fa circa. Ricorderete, anche se sarebbe meglio dimenticare, un Cosenza inerme che inanellava prestazioni opache una dopo l’altra. Un gruppo evidentemente rassegnato ad un triste destino, alla retrocessione.
Torniamo ad oggi, con una squadra totalmente rifondata rispetto a quella della prima gestione di Occhiuzzi. Dei 16, subentrati compresi, che si facevano rimontare al “Marulla” dal Frosinone (6 marzo 2021) non è rimasto quasi nessuno. Sintomatico di come le cause di questa scadente costanza di rendimento siano da individuare ben al di fuori delle guide tecniche o delle qualità dei singoli giocatori. O il Cosenza ha la capacità (ci sarebbe del merito anche in questo) di individuare sempre i peggiori calciatori sulla piazza o il problema è altrove. In questi casi si dice che sia a monte.
Numeri sul trend dei lupi negli ultimi 365 giorni. C’è davvero ben poco di cui andare fieri. Qui si rischia di infrangere una serie di record negativi. Un po’ come successe al Catanzaro che collezionò due retrocessioni consecutive dalla B alla C tra il 2004 e il 2006. Su 41 partite giocate gli uomini allenati da Occhiuzzi, Zaffaroni, Occhiuzzi bis e Bisoli, hanno centrato la vittoria solo in 7 occasioni. Undici i pareggi, ben 23 le sconfitte.
Fortuna vuole che ieri si sia abbattuta un‘ecatombe sulle squadre di bassa classifica. Fatta eccezione per il Pordenone, ormai spacciato, che ha raggranellato un misero punticino a fronte di 7 sconfitte di fila, hanno perso tutte. Il Crotone, anch’esso con più di un piede nella fossa, a Benevento; il Cosenza, come è noto, a Terni; l’Alessandria a Frosinone e la Spal con l’Ascoli tra le mura amiche.
Lì sotto si viaggia davvero a passo di lumaca. Detto che la Spal dovrebbe progettare un suicidio per non raggiungere la salvezza diretta, la quota playout sarà tra le più basse delle ultime stagioni. Mantenendo questa andatura (ovvero a dire andando a rilento) il Cosenza ’21/’22 rischierebbe di eguagliare quello del 2020/2021 che chiuse il campionato a 35 punti. Retrocedendo, sì, è proprio così, retrocedendo, almeno sul campo.
In una pessimistica ma nemmeno tanto remota ipotesi i rossoblù potrebbero entrare nel “club dei 35“. In altre parole patire la stessa sorte per due anni di fila. Anche se può sembrare azzardato abbiamo applicato un macabro parallelismo con la musica rock e il “club dei 27“, che ha mietuto vittime illustri. Artisti del calibro di Jim Morrison, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Kurt Cobain e Amy Winehouse.