Il giorno di Santo Stefano, per la città dei Bruzi, non sarà più come prima. Il tanto atteso derby di Calabria tra Cosenza e Catanzaro, valevole per la 19esima giornata di Serie B, è rimbalzato su tutte le cronache calcistiche nazionali. No, questa volta niente situazioni spiacevoli accadute post partita. Ma la bellezza, l’agonismo e l’intensità che hanno accompagnato gli oltre 90 minuti di gioco rimarranno nella storia.
La partita si è conclusa sull’1-1 al termine di 106 minuti di fuoco: prima Pompetti all’80’, poi la risposta di Ciervo su rigore al 106′. I visi devastati dall’emozione dei supporters rossoblù che hanno abbandonato per un momento le polemiche, le contestazioni e qualsiasi altro problema esterno sorto nelle ultime settimane. Il sommo poeta Dante, ne La Vita Nuova, disse: “E quando mi domandavano “Per cui t’ha così distrutto questo Amore?”, ed io sorridendo li guardava, e nulla dicea loro.”
Nulla si può esprimere, perché “Chi non l’ha provata non può comprendere la passione”
LA PROFONDA COMMOZIONE DI MISTER ALVINI
L’immagine più commovente della giornata arriva dall’unica persona che questa passione è riuscito a trasmetterla. Le lacrime di Massimiliano Alvini, dopo il penalty realizzato da Riccardo Ciervo, hanno fatto il giro del web. Il suo Cosenza si è ritrovato per oltre 80 minuti in inferiorità numerica a causa di un’espulsione (Caporale) che ha suscitato dubbi e polemiche, e che inevitabilmente ha condizionato un derby sin dalle prime battute. Il suo Cosenza lotta, si difende con le unghie e con i denti dagli attacchi delle aquile giallorosse. I suoi lupi sono più tenaci, e quando riescono passano al contrattacco.
La dea bendata non aiuta, però. Prima una clamorosa traversa di Kourfalidis, poi l’occasione con Kouan a pochi metri dalla porta. Pompetti illude gli ospiti. Ma mancano 10 minuti. I nuovi innesti si rendono subito pericolosi. Zilli colpisce il palo con una conclusione al volo, Ricciardi si vede chiudere lo specchio della porta da Pigliacelli. Kouan si fa perdonare e la insacca in rete con un’azione quasi rugbistica, ma il Var segnala ad Aureliano un’irregolarità. Gol annullato per fallo di mano. E quando tutto sembrava ormai perso, ecco una nuova chiamata dal VAR: altro fallo di mano, questa volta a toccarla però è Scognamillo. Calcio di rigore per il Cosenza al 106′.
La palla pesa, quasi come un macigno, ma Riccardo Ciervo la insacca nell’angolino destro basso e regala una fortissima emozione ad un “Marulla” gremito. Dall’altra parte del campo, zona panchine, c’è un Massimiliano Alvini che abbraccia tutti e poi si concede un momento per sé. Non nasconde le lacrime che cadono copiose dal suo viso stremato dopo l’ennesima settimana complicata, macchiata dall’ansia da prestazione dopo tre sconfitte consecutive.
Il Cosenza salva un risultato che sarebbe stato beffardo per quello che ha dimostrato. Salva una città intera, chiamata a raccolta per sostenere venti e oltre ragazzi che sotto il suo cospetto hanno sudato la maglia.
“Oggi il Cosenza sul campo avrebbe 21 punti e non 17. E sarebbe salvo. Punto. Oggi voglio parlare solo dell’impresa che ha fatto la squadra contro il Catanzaro, massacrata da una direzione arbitrale assurda e da un’espulsione assurda. Non si può non dare merito a quanto fatto dai ragazzi. Abbiamo messo sotto il Catanzaro, che è una squadra costruita per altri livelli. Rimarrà scritto nella storia il cuore che hanno messo i calciatori per riprendere questa partita.”
Alvini mette da parte le polemiche, oggi non si può e non si deve parlare di altro. Il suo Cosenza rimane comunque ultimo in classifica, ma primo per il cuore unico che ci mette in ogni sfida. Le sue lacrime, sentite e commoventi, sono state quelle un po’ di tutti, al termine di una sfida che va oltre il valore calcistico.
Oggi il Cosenza è andato decisamente oltre.
Entra nel canale Whatsapp de Il Dot